mercoledì 2 giugno 2021

A PROPOSITO DI CASE FARMACEUTICHE...

Ecco un breve escursus nel panorama che tratteggia il profilo di alcune delle case farmaceutiche più conosciute.

Questo articolo mette in evidenza la bassa caratura morale che contraddistingue le strategie commerciali attraverso cui i proprietari e i manager si arricchiscono smisuratamente.

L'obiettivo a cui mirano le Big Pharma non è quello di assicurare alle popolazioni una copertura efficace dalle malattie, ma quello, ampiamente dimostrato dai fatti, di produrre profitti sempre più grandi, quasi sempre calpestando i diritti umani e speculando sulla pelle delle persone.

Questa breve lettura fornirà a chi legge un quadro di insieme che darà la misura dicome sia, effettivamente, il mondo della cosiddetta Sanità. 

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La Glaxo Smith Kline è una casa farmaceutica inglese che è salita alla ribalta delle cronache mondiali per i casi di corruzione in cui è stata coinvolta.

Pare infatti che alla suddetta azienda interessi molto di più convincere a suon di mazzette i medici a prescrivere i propri medicinali che la salute dei pazienti.

In Polonia, negli anni 2010 e 2012, il manager regionale della Ditta farmaceutica e 11 dottori locali sono stati denunciati per corruzione.



I medici compiacenti hanno ricevuto doni sotto forma di viaggi e campioni di farmaci da rivendere privatamente, in cambio della loro disponibilità a prescrivere i farmaci della Glaxo.

La Glaxo fu denunciata per pratiche commerciali scorrette relative al periodo 1991-2017, e condannata a pagare alle autorità la cifra di quasi 8 miliardi di dollari. 

La Pfizer Inc. è una azienda farmaceutica statunitense, con sede a New York, ed è la più grande società del mondo ad operare nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione dei farmaci, quotata in borsa dal 2004.

In Italia l’azienda ha dismesso alcuni centri di ricerca, trasferendo centinaia di lavoratori in altre sedi precedentemente acquisite.

Per evitare di pagare le tasse al fisco americano la Pfizer opera fusioni con altri colossi, come nel caso della Glaxo Smith Kline inglese.

A causa della sua condotta non proprio trasparente è stata spesso costretta ad accettare accordi di risarcimento per miliardi di dollari.

Ha collezionato infatti 47 condanne ed è stata costretta a pagare oltre 4 miliardi di dollari, che per le poltiche aziendali corrispondono ad un granello di polvere.

La capitalizzazione societaria ammonta infatti a 220 miliardi di dollari, mentre il fatturato annuo supera i 52 miliardi.

Dal 1999 al 2006 la Pfizer ha commercializzato farmaci non approvati ufficialmente, e per questo ha dovuto pagare al Governo americano quasi tre miliardi di dollari.

Per lo stesso motivo nel 2009 è stata multata per 2,3 miliardi di dollari in riferimento a farmaci antinfiammatori (valdecoxib), antipsicotici (ziprasidone), antibiotici per uso ospedaliero (linezolid), e antiepilettici (pregabalin).


La diffusione e le vendite di questi farmaci, realizzate grazie al metodo consolidato della corruzione dei medici, ha prodotto alla Ditta 180 miliardi di dollari, per cui la Pfizer è stata ben contenta di pagare la multa che le era stata inflitta.

La Pfizer era proprietaria della Ditta Quigley, acquistata nel 1968, produttrice di prodotti che contenevano amianto.

Le vittime del famigerato materiale negoziarono un accordo di risarcimento che arrivò ad un totale di 965 milioni di dollari.

Nel 1979 la Pfizer acquistò la Shiley Inc. che produceva valvole cardiache, in particolare quella denominata Bjork-Shiley, utilizzata per la sostituzione della valvola aortica o mitrale.

Nel 1986 si scoprì che tale valvola aveva provocato la morte di 500 persone e fu quindi ritirata dal commercio.

Il Governo americano obbligò la Pfizer a risarcimenti per circa 200 milioni di dollari.

Nel 2000 il Washington Post puntò il dito contro la Pfizer, implicata in prima persona nel cosiddetto “Contenzioso di Kano”, uno scandalo che avvenne in Nigeria, dove la casa farmaceutica sperimentava dal 1996 l’antibiotico Trovan,  allo scopo ufficiale di arginare una epidemia di meningite.

La sperimentazione condotta su 200 bambini provocò la morte di 11 di loro, la sordità e la cecità per numerosi altri, oltre a danni cerebrali permanenti.

Dopo 13 anni di battaglie legali durante le quali la Pfizer continuò ad arricchirsi, patteggiò di risarcire le autorità locali nigeriane con la cifra di 105 milioni di dollari, a fronte di un guadagno realizzato di un miliardo.

Nell’aprile del 2010 la Pfizer licenziò una dipendente, la biologa molecolare Becky Mc Clain che aveva segnalato rischi per la sicurezza del lavoro nel laboratorio di ingegneria genetica a Groton, nello Stato del Connecticut.

L’azienda, anziché preoccuparsi di identificare i dispositivi di sicurezza difettosi, preferì allontanare la dipendente, la quale nel frattempo era stata infettata da un virus.

La signora McClain si rivolse ad uno studio legale per far valere i suoi diritti e la Pfizer fu condannata a pagare un risarcimento di 1,4 milioni di dollari.

La ditta fu accusta di pratiche commerciali scorrette, per non aver adeguatamente informato i consumatori dal 1991 al 2017, e fu condannata a pagare 4 miliardi e 700 mila dollari per regolarizzare la sua posizione.

In Italia alcuni ex membri del Consiglio di amministrazione di Pfizer e Astrazeneca-Simesa sono stati condannati in primo grado per bancarotta fraudolenta, in relazione al crac di Marvecpharma, una società farmaceutica nata a Milano nel 1990 attraverso cessioni di ramo d’azienda.

Va detto anche che la Pfizer persegue ostinatamente una politica economica aziendale che tiene conto del profitto piuttosto che del benessere e della vita dei pazienti.

Lo provano i prezzi, davvero troppo alti, di farmaci come quelli usati dai malati di HIV/AIDS, fra i quali molti avrebbero potuto salvarsi se il costo non fosse stato proibitivo.

La Pfizer preferisce elargire ingenti somme di denaro ai candidati repubblicani americani per le loro campagne elettorali, e procacciarsi così protezioni e compiacenze politiche.

Tra i maggiori azionisti della Pfizer figurano la Banca Barcklays, la Deutsche Bank e altre Società di servizi finanziari e bancari, come la State Street Corporation, la Capital research and Management Company e la Legg Mason.

Johnson & Johnson

E’ stata coinvolta in un caso di disease-mongering, in riferimento al prodotto Listerine.

In pratica si tratta di un comportamento commercialmente scorretto, secondo il quale si spinge il consumatore, attraverso campagne di sensibilizzazione, a cercare soluzioni verso problemi di salute che in realtà non esistono.

Ben più gravi sono i danni alla salute provocati dai prodotti a base di talco, per i quali nel febbraio 2016 J&J è stata condannata in primo grado a rimborsare la famiglia di Jacqueline Fox, morta a 62 anni di cancro alle ovaie dopo aver utilizzato i prodotti della casa farmaceutica.

Purtroppo la donna morì prima del processo di appello.

Anche nel 2017 la Johnson ha dovuto pagare 417 milioni di dollari ad una donna californiana che sviluppò un tumore alle ovaie dopo l’uso dei prodotti a base di talco dell’azienda.

Nel 2018 fu provato che la Johnson nascose per decenni la documentazione da cui risultava che i suoi prodotti erano contaminati da amianto, e per questo fu denunciata da quasi 12.000 persone.

Il Tribunle condannò la casa farmaceutica al pagamento di 4,14 miliardi di dollari di danni punitivi e 550 milioni di danni compensativi.



Nel 2018 negli Stati Uniti vennero presentati oltre 500 casi relativi alla presenza di oppioidi nei farmaci, i quali provocarono decessi da overdose.

Nel 2019 il Giudice obbligò la Johnson a pagare 572 milioni di dollari.

L’etica morale e professionale dell’industria farmaceutica è stata messa sotto accusa dal Wall street Journal che ha prodotto le prove dei metodi fraudolenti con cui l’azienda invade i mercati.

In pratica la Johnson ricorre alla corruzione, pagando profumatamente i medici americani perché prescrivano i suoi farmaci, compreso quelli non autorizzati dalla FDA.

Evidentemente è una prassi consolidata a cui l’azienda ricorre abitualmente, fino dagli anni novanta, come dimostrano gli episodi di cronaca compresi fra il 1994 e il 1997, in cui la Johnson fu messa sotto indagine federale dalla FDA per aver pubblicizzato un farmaco non ammesso.

La casa farmaceutica pagò cinque milioni di dollari di multa per aver indotto i propri dipendenti a distruggere le prove del crimine, nascondendole agli investigatori.



Astrazeneca

E’ una azienda britannica-svedese produttrice di prodotti farmaceutici, presente in oltre 100 paesi del mondo.

Il percorso di vita di questa azienda è costellato di vicissitudini giudiziarie, di scandali e di condanne.

Uno dei più ecclatanti è quello che riguarda il farmaco Seroquel, indicato per la schizofrenia e commercializzato nel 2010 senza rivelare che aumenta il rischio di diabete.

Negli Stati Uniti Astrazeneca è stata sottoposta ad indaginii federali per queste pratiche di marketing criminale, a causa delle quali ha affrontato oltre 25.000 cause civili che le sono costate 1,3 miliardi di dollari.

La casa farmaceutica ha concordato il pagamento di 520 milioni di dollari per chiudere le indagini, ammettendo di fatto la propria responsabilità e le accuse.

Da una intervista sul settimanale tedesco  Stern, rilasciata nel 2007 da Marcia Angell, ex capo redattore del New England Journal of Medicine e docente all’Università di Harvard, emerse una chiara denuncia dei metodi truffaldini di Astrazeneca.

In pratica gli scienziati della casa farmaceutica, secondo Angell, falsarono  i dati della loro ricerca sul farmaco Nexium, a base di esomeprazolo allo scopo di mostrare un effetto migliorativo.

Inoltre l’azienda ha fatto ricorso alla corruzione, offrendo ai medici doni in denaro perché lo prescrivessero.

Il 13 maggio 1996 79 donne americane denunciano di aver subìto molestie sessuali da parte di tre dirigenti di Astrazeneca, tra cui l’Amministratore delegato Lars Bildman.

Lo stesso Bildman, CEO (Amministratore delegato) negli USA fino al 1996 fu accusato di evasione fiscale per oltre 1 milione di dollari, oltre che di molestie sessuali, ma Astrazeneca andò in suo soccorso patteggiando la cifra di 9,8 milioni di dollari per chiudere le cause in tribunale.

Nel 2003 Astrazeneca si dichiarò colpevole di comportamento fraudolento e accettò di pagare 355 milioni di dollari per chiudere la causa penale e civile pendente presso il tribunale di Wilmingam, nello Stato del Delaware.

Nel 2007 fu implicata insieme ad altre aziende nella cosiddetta “Farmatruffa”.

Gli informatori delle aziende farmaceutiche, convinsero i medici compiacenti ad emettere prescrizioni mediche intestate anche a pazienti già morti.



La società dovette patteggiare un rimborso di 900.000 euro da versare al Sistema Sanitario Nazionale

Negli anni ’80 l’Amministratore delegato Ron Peet fu uno dei protagonisti della campagna di promozione del famigerato farmaco Talidomide, che come si ricorda, provocò moltissimi casi di focomelia e assenza di gambe e braccia nei bambini le cui madri lo avevano assunto in gravidanza.

Passando attraverso vari scandali, il percorso dell’azienda rivela nuovamente il volto del malffare nel 2009, quando viene condannata a pagare una multa di 15 milioni di dollari per aver gonfiato i prezzi dei suoi farmaci.

Lo spregiudicato percorso commerciale della Casa Farmaceutica si snoda attraverso le sanzioni di circa 1 milione di dollari pagate nel 2011, fino a quella di 5 milioni per le frodi relative alla commercializzazione “off-label” (non autorizzato) del farmaco Seroquel nel 2013, nuovamente, dopo lo scandalo del 2010.

Nel 2015 Astrazeneca viene condannata negli Stati Uniti per pratiche commerciali illegali, e condannata a pagare 46 milioni di dollari.

Nel 2015 un losco intreccio fra le filiali di Russia e Cina innescano una serie di reati per i quali l’Azienda viene condannata a pagare una sanzione di 5,5 milioni di dollari.

Moderna

L’azienda farmaceutica nel 2013 ha firmato un accordo con Astrazeneca per lo sviluppo e la commercializzazione di terpie mRNA per il trattamento di malattie cardiovascolari, metaboliche e renali, oltre che oncologiche.

Per questo Moderna ricevette da Astrazeneca un finanziamento di 240 milioni di dollari, poi dal 2013 al 2015 l’azienda raccolse un miliardo di altri finaziamenti.

Nel gennaio 2016 Moderna firmò un accordo con la Fondazione Bill & Melinda Gates per progetti di sviluppo basati sull’mRNA, sovvenzionati dal magnate americano con 20 milioni di dollari.

Nel 2018 Moderna si è quotata in Borsa a Wall Street.

Quando Moderna ha annunciato di aver prodotto un vaccino anti Covid, il suo titolo in Borsa è schizzato al rialzo.

La Casa Farmaceutica ha poi venduto il suo “vaccino” ai Paesi più ricchi, escludendo quelli meno abbienti, palesando un comportamento che rasenta lo sciacallaggio e palesa una caratura morale di bassissimo livello.

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Come si può facilmente constatare, il mondo delle Big Pharma è caratterizzato da una sconsiderata bramosia di profitto, che non tiene nella minima considerazione la salute delle persone, e che persegue finalità a dir poco delinquenziali, salvo poi porre rimedio ai crimini commessi tramite i risarcimenti milionari.



D’altra parte si era già visto un comportamento prodromicamente rilevante a questo proposito fin dai tempi in cui Hitler uccideva milioni di ebrei nelle camere a gas.

Il gas che i nazisti usavano per compiere l’infernale olocausto era lo Zyclon.

Lo zyklon era prodotto dalla Bayer, una delle multinazionali farmaceutiche più importanti a livello mondiale, produttrice anche della famosa Aspirina.

L’etica non è stata di certo il cavallo di battaglia di questa Industria, che ha tranquillamente fornito a Hitler, in cambio di denaro, lo strumenro attraverso cui uccidere con il gas milioni di esseri umani.

Non meravigliamoci quindi se le aziende di Big Pharma non godono oggi della fiducia delle persone e nemmeno del fatto che moltissimi cittadini, me compreso, sollevano più di un dubbio sulla opportunità di vaccinarsi e sulla sicurezza dei ritrovati commerciali di queste aziende farmaceutiche.

Ricordiamoci che l’assioma di riferimento che guida le azioni delle multinazionali del farmaco segue un filo logico che è disgiunto da considerazioni etiche o morali, e ricalca indicazioni secondo cui appare rilevante il seguente proverbio :

Pecunia non olet…

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Il Blog del Pilastro

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