venerdì 22 marzo 2019

RAPINA AL PILASTRO : I CARABINIERI NON INTERVENGONO !

Sembra che sia diventata una prassi oramai consolidata quella adottata dai Carabinieri bolognesi di non intervenire nel caso in cui vengano chiamati per qualche rapina al Pilastro.
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Per ben due volte infatti l’edicola di Via Pirandello è stata fatta oggetto delle attenzioni di delinquenti senza scrupoli che hanno rapinato i proprietari del chiosco di giornali sia nel recente passato che nel tardo pomeriggio di ieri.
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Il giornalaio è stato anche aggredito, fortunatamente senza aver riportato ferite o lesioni, a parte il comprensibile sgomento, mentre gli aggressori, di cui uno con la pelle scura, probabilmente un nord africano, si impossessavano di circa duecento euro. 
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L'edicola di via Pirandello, dove è avvenuta la rapina
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In casi come questi, ci si aspetterebbe, dopo aver telefonato alle Forze dell’Ordine, di ricevere tempestivamente una loro visita, un intervento con il quale, magari, iniziare le ricerche dei malfattori, probabilmente ancora in zona.
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Invece nulla ! 
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I Carabinieri non si sono nemmeno presentati, non si sono fatti vivi, né stavolta e nemmeno la volta precedente, lasciando così il Cittadino rapinato in balia degli eventi.
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Una situazione, questa, che è inaccettabile e rasenta l’inverosimile, al punto che viene da chiedersi il perché.
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Forse bisogna aspettare che ci sia il morto per avere l’onore di veder finalmente intervenire i Carabinieri ?
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Questo fatto è gravissimo e può condurre verso situazioni molto pericolose, poiché quando il Cittadino si vede abbandonato dallo Stato, come nel caso in questione, reagisce armandosi e difendendosi da solo.
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Cosa altro dovrebbe fare un Cittadino che lavora onestamente e che paga le tasse ?
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Se vengono chiamati i Carabinieri e questi non si degnano nemmeno di intervenire, cosa bisogna pensare ? 
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Non bastavano il degrado diffuso, i graffiti, la sporcizia che regna incontrastata ovunque, gli zingari che spadroneggiano indisturbati, anzi coccolati dall’Amministrazione comunale, ora bisogna fare i conti anche con i criminali che compiono rapine in pieno giorno, impunemente.
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Non mi si venga a dire che l’organico dell’Arma è insufficiente a coprire l’intero territorio, poiché ciò costituirebbe una facile scusa.
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Se Bologna è ostaggio dei centri sociali oramai da decenni, se la delinquenza e lo spaccio di droghe hanno assunto livelli allarmanti, se l’anarchia e il caos costituiscono la regola, sia Il Prefetto che il Sindaco hanno il dovere istituzionale, finora disatteso, di operare per modificare l’assetto contingente e di recuperare alla società quelle condizioni di convivenza civile e democratica che dovrebbero essere garantite ai Cittadini ma che sono invece scomparse.
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Se ciò non accade e se la situazione rimane critica da parecchi anni significa che esiste una colpevole incapacità e una chiara inettitudine di chi governa la città, cioè il PD, che ancora una volta dimostra come gli eredi di Togliatti siano in realtà una scompaginata accozzaglia di politicanti dedita all’inciucio, al malaffare (vedi scandali quotidiani e indagini della Magistratura al riguardo) e al proprio interesse di partito.
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I Cittadini sono relegati in un limbo di difficile sopravvivenza, in cui manca perfino il conforto di un semplice intervento dei Carabinieri…
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Possiamo però constatare che quando a Bologna arrivano i politicanti di turno in visita, l’Arma fornisce immediatamente i suoi elementi migliori in Alta uniforme, a dimostrare la presenza dello Stato e il supporto dei suoi servitori. 
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Peccato però che dopo,  nel quotidiano e nell’incedere giornaliero, il Cittadino sia letteralmente abbandonato a se stesso, e sia tenuto sotto stretta sorveglianza solo per poter essere spolpato come un pollo attraverso l’imposizione di tasse, balzelli, imposte, oneri, e chi più ne ha più ne metta.
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L’Arma, nell’immaginario collettivo è sempre stata associata al buon padre di famiglia, bonario ma severo, coraggioso e pronto a rischiare la vita per la salvaguardia della popolazione e dei suoi diritti umani, ma pare che oggi anche questo centenario stereotipo stia subendo una involuzione in senso negativo, risultato degli eventi cui assistiamo quotidianamente.
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Tornando al giornalaio, con cui ho parlato stamattina, devo riferire che sarà costretto a chiudere il chiosco al pomeriggio, e che starà aperto solo la mattina, quando il maggior flusso di clientela gli offre maggiori condizioni di sicurezza.
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La mia solidarietà e la mia comprensione lo accompagnano, parallelamente all’indignazione che rivolgo verso le istituzioni e le Forze dell’Ordine. 
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Vorrà dire che ci toccherà difenderci da soli, ma non credo che ciò vada nella direzione indicata dai parametri di una società civile e democratica.
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A questo proposito il Sindaco e il Prefetto dovrebbero riflettere su un assioma indiscutibile : Si raccoglie ciò che si semina…
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Il Blog del Pilastro
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mercoledì 13 marzo 2019

Chi semina vento raccoglie tempesta ...

Le frange più becere dell'universo anarco-comunista bolognese hanno nuovamente palesato il loro disprezzo per la società civile e per la democrazia, oltraggiando la città e i cittadini mediante l'imbrattamento della facciata di Palazzo d'Accursio, in particolare accanendosi contro il monumento al Re Umberto I°.
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I bronzi liberty del bolognese Giuseppe Romagnoli e la targa in plexiglas che descrive l'opera sono stati bersagliati con il lancio di uova ripiene di vernice rossa.
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Gli idioti dei centri sociali, figli di un anarco-comunismo che disprezza tutto ciò che non è allineato all'ortodossia di Engels e di Marx avevano appena compiuto un raid, pochi giorni addietro, durante il quale hanno letteralmente sfregiato via Mascarella, colpendo anche palazzo Bentivoglio e la facciata del palazzo che dà su via Belle Arti da poco ristrutturata e ridipinta.
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Queste recenti azioni delittuose rappresentano solo la punta di un enorme iceberg fatto di delinquenza che si allarga a macchia d'olio, a causa della totale incapacità dell'Amministrazione comunale (PD) a operare un significativo contrasto.
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Il PD ha sempre coccolato gli appartenenti ai centri sociali, mentre le toghe rosse della Magistratura bolognese hanno sempre usato il guanto di velluto anche nei confronti delle frange più violente.
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Anni e anni di buonismo e di permissivismo hanno consentito ai centri sociali di prendere in ostaggio la città e hanno concesso loro anche la possibilità di poter decidere chi può e chi non può esprimere pubblicamente una propria valenza politica.
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Questa sottospecie di nuovo "gappismo" rivoluzionario che si rifà alla violenza del PCI e dei partigiani dell'immediato dopoguerra, ricalca esattamente le orme dei criminali di Lotta Continua, la formazione marxista leninista che si identificava nelle metodologie politiche staliniane, che portarono alla nascita delle famigerate Brigate Rosse.
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Per ribadire e rivendicare il possesso del territorio, i centri sociali sguinzagliano orde di imbrattatori, orbitanti nella sfera di appartenenza dell'universo anarcoide-comunista, per siglare con un graffitismo idiota e fine a se stesso l'intera città.
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Tutto ciò è stato loro permesso oramai da parecchi anni, grazie alla condiscendenza istituzionale cittadina che, mentre da un lato si dichiara ostile al graffitismo e al degrado, dall'altro coccola i centri sociali offrendo loro nuove aree in cui  insediarsi, nonostante l'illegalità che li caratterizza.
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Il loro "modus operandi" induce a riflettere sull'evidente parallelismo che si riscontra, molto da vicino, se esaminiamo il comportamento delle frange partigiane comuniste sguinzagliate sul territorio dal PCI nell'immediato dopoguerra.
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Le responsabilità ascrivibili alla metodologia criminale di Togliatti, Longo, Cossutta, e Napolitano (tanto per citarne alcuni) di quei tempi non è poi così dissimile dalle odierne dinamiche a cui quotidianamente assistiamo.
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L'immagine che Bologna dà di sè ai turisti che la visitano è completamente compromessa dalla indolenza dimostrata dal Sindaco nei suoi otto anni di mandato.
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Durante questo percorso la città è stata colpevolmente lasciata in balìa di orde di graffitari, orbitanti come si è visto attorno alla sfera di influenza degli eredi di Togliatti e beniamini dell'Amministrazione comunale, e cioè gli idioti dei centri sociali, i quali hanno devastato senza ritegno sia il centro storico che le zone periferiche.
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Il Sindaco e l'intera accozzaglia di politicanti e di parassiti che stanno permettendo che Bologna sia trasformata in una cloaca a cielo aperto, dovrebbero dimettersi immediatamente e in toto, se solo avessero un briciolo di dignità.
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Questi personaggi hanno consapevolmente consegnato la città di Bologna al degrado e nel frattempo, mentre coccolavano i "compagni" dei centri sociali, hanno continuato a ribadire insieme a loro un trito e ritrito antifascismo, rispolverando una metodica di cui Togliatti, a suo tempo, si ammantava pretestuosamente come alibi per le nefandezze compiute.
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Siamo oramai a ridosso delle elezioni europee e questo probabilmente indurrà la sinistra bolognese a scuotersi dal suo colpevole torpore, considerando il fatto che non può non sapere che l'intera cittadinanza, oltraggiata dal modus operandi del Sindaco e della sua combriccola di politicanti, si sta preparando per prenderli a pedate nel fondo schiena, in occasione delle votazioni.
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Comunque se anche ci fosse qualche spasmodico tentativo di modificare un assetto generale oramai compromesso, credo che la fine del PD, non solo a Bologna, sia imminente.
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Vedremo se la mia analisi e la mia profezia risulteranno corrette o se, invece, il popolo continuerà diabolicamente ad errare, consegnando di nuovo la propria fiducia, stavolta a livello europeo, ai seguaci di Togliatti.
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L'Europa di Prodi è la cartina di tornasole delle politiche del PD, che includono i disastri cui abbiamo accennato e molte altre nefandezze che tutti conoscono.
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La corruzione, gli inciuci, il clientelismo, la menzogna, sono solo alcuni degli aspetti caratteristici che appartengono al DNA dei camaleontici eredi del PCI poli-metamorfizzati.
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Gli zingari, lo spaccio di droghe, l'immigrazione clandestina, il degrado, l'abbandono delle aree non solo urbane in mano della delinquenza, l'inquinamento e il crimine sono gli altri elementi che fanno da corollario, come dimostrano le cronache degli ultimi anni, alla definizione del termine post-comunista (PD).
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Costoro (i post-comunisti) sopravvivono unicamente e anacronisticamente campando di antifascismo, pascendosene e interpretando ruoli con cui si pongono arrogantemente come unici paladini della libertà e della democrazia.
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Tutto ciò rappresenta un clamoroso falso storico, politico e ideologico, frutto della disinformazione in atto fin dai tempi di Togliatti che, come sappiamo, era esattamente l'opposto : un criminale efferato e sanguinario.
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E' la Storia, quella vera, a dirlo !
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Il Blog del Pilastro
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