Nell’immaginario popolare il grillo è sinonimo di
saggezza, come ad esempio nella favola di Pinocchio in cui il Grillo parlante
cerca di orientare il burattino ammonendolo per le sue azioni, oppure è
indicato come portatore di fortuna per eccellenza, come spirito benevolo della
casa.
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Sotto questo aspetto, la similitudine lessicale fra
l’insetto e il movimento grillino che fa capo appunto a Beppe Grillo, è
sembrata fin dalla nascita del Movimento 5 stelle, simbiotica con le stesse
prerogative di positività interpretate dall’insetto canterino.
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E’
parso a molti, all’inizio, che essere grillini potesse rappresentare una
dinamica foriera di resurrezione per questa bistrattata Italia, da troppo tempo
campo di battaglia fra gruppi di politicanti criminali appartenenti ad una
Casta privilegiata che si contendevano il potere.
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Negli
anni scorsi il saggio Grillo politico si è quindi insinuato fra i gruppi di
potere nazionali, contrapponendovisi e combattendo quella Casta che , secondo
lui, era all’origine di tutti i mali.
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Le
iniziative dei pentastellati hanno preso direzioni ben precise, trovando
riscontro nell’apprezzamento popolare, al punto che le strategie prodromiche al
raggiungimento del potere si sono poi concretizzate con la vittoria elettorale.
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Il
Grillo (Beppe, quello comico, genovese) ebbro di potere ha iniziato però a fare
esattamente il contrario di quanto affermato in precedenza, durante la campagna
elettorale.
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La
tanto declamata “democrazia dal basso” che doveva contraddistinguere il
liberalismo democratico del Movimento si è tramutata in ossequiosa osservanza
dei dictat emanati dal gotha grillino, rappresentato dalla cosiddetta
piattaforma Rousseau, una sorta di èlite i cui componenti decidono su tutti.
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Una
piattaforma di tipo massonico, a sua volta prona ai voleri dell’erede di quel
Casaleggio, fondatore insieme a Grillo del Movimento, che ora è il deus ex
machina attorno a cui orbita l’universo pentastellato.
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La
metamorfosi di Grillo (e dei grillini) si è palesata in varie occasioni, a
partire dalla condiscendenza verso i lavori di raddoppio del gasdotto che da
Brindisi arriva a Minerbio (Bologna), contro la cui realizzazione (lungo la dorsale
appenninica) si batteva il Movimento fin dai suoi albori.
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L’impegno
sulla gestione dei rifiuti è sempre stata un “cavallo di battaglia” dei
grillini che, contrari all’uso degli inceneritori, pubblicizzavano invece
modelli di riferimento come quello della discarica di Vedelago, in cui (secondo
Grillo) i rifiuti diventavano non più un costo, ma una risorsa economica.
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Peccato
che il comico genovese durante le fasi metamorfiche della sua trasformazione
non abbia detto che Vedelago è fallito miseramente, provocando un “buco” di
svariati milioni di euro.
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Parallelamente
il Grillo, nella sua infinita saccenza ha accuratamente nascosto il fatto che
oggi esistano inceneritori di nuova generazione che, anziché emettere diossina,
liberano in atmosfera dell’innocuo vapore acqueo.
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Completando
la metamorfosi possiamo sicuramente affermare che Grillo si è trasformato in
locusta, insetto dannoso e vera piaga della natura.
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La
voracità della locusta grillina, nella fattispecie avida di potere e interprete
di un nuovo ruolo, quello secondo cui ha sostituto la vecchia casta al comando
del Paese, si palesa nel tentativo di perseguire, non senza affanno, una
costante ricerca di metodologie per rimanere ancorato alla poltrona.
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Per
raggiungere i suoi scopi e quelli della Piattaforma Rousseau, a guida
Casaleggio, la locusta tace sui disastri prodotti dalla gestione dei rifiuti a
Roma, ad opera di Virginia Raggi, la quale è la dimostrazione vivente di come
il Movimento grillino sia in effetti una accozzaglia di incapaci, preoccupati
solo di mantenersi la poltrona su cui siedono.
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La
prova, evidente e sotto gli occhi degli italiani, consiste nel vergognoso
mercimonio intellettuale e nella prostituzione politica che li ha visti
protagonisti in ogni fase dell’accordo con il loro nemico giurato, il Partito
(cosiddetto) democratico.
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Come
uno sciame di cavallette affamate, le locuste metamorfizzate insieme al loro
leader hanno stretto ogni genere di accordo con comunisti e post-comunisti,
arpionandosi alle poltrone e palesando un enorme disprezzo verso i propri
elettori e verso l’intero popolo italiano.
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La
fame atavica di potere che caratterizza questi rappresentanti della nuova
casta, induce le locuste pentastellate a rinunciare ai princìpi guida, alla
prerogative morali, all’onestà, a tutto ciò in cui precedentemente credevano,
in cambio di un potere tanto vergognoso quanto effimero, poiché dipendente dai
ricatti dei loro cosiddetti “alleati”.
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Grillo
tuonava contro il Partito dei ladri e dei disonesti, ribadendo che la disonestà
intellettuale rovinava i rapporti fra le persone, poi, metamorfizzato in locusta
e soggiogato dal potere, ha barattato la sua stessa integrità per governare
insieme a coloro che si sono macchiati di infamie quali quella di “Mafia
capitale” oppure di “Bibbiano”, solo per citarne un paio, divenendone complice
a tutti gli effetti.
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Il
grillo parlante non esiste pìù, e forse non è mai esistito. Il comico genovese
non fa più ridere, nemmeno un po’.
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L’ultima
sua “trovata” esprime addirittura un profondo odio verso le persone anziane,
giudicate inadatte a votare e ad esprimere una preferenza politica.
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Per
contro, io reputo che le persone anziane rappresentino un valore aggiunto per
qualsiasi civiltà, poiché depositarie di un retaggio culturale, sociale, religioso,
etnico-razziale, linguistico, tradizionale, che solo con la somma degli anni
durante il percorso di vita può essere raggiunto.
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La
saggezza è tipica della vecchiaia e in questo caso si contrappone decisamente
alla supposta saggezza del “grillo” che tale non è, essendo mutato in
fastidiosa locusta.
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Fortunatamente
il Popolo italiano porrà fine alla devastazione che personaggi come Grillo,
Renzi,Zingaretti, Mattarella, Di Maio, hanno prodotto.
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Costoro
ne sono ben consapevoli e cercano quindi di fagocitare tutto ciò che riescono
ad inglobare, impossessandosi arbitrariamente della democrazia, deridendola,
oltraggiandola e distruggendola, così come farebbe uno sciame di locuste in un
campo di grano…
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Il Blog del Pilastro
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