venerdì 15 novembre 2019

IL VERO VOLTO DEL PD

Quando i post-comunisti si sono autodefiniti “democratici”, durante il loro percorso di metamorfosi che li ha condotti ai giorni nostri, hanno commesso il più grande falso storico del dopo guerra.
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Il fatto è che di “democratico” gli eredi di Togliatti non hanno proprio nulla, e lo dimostrano i loro stessi comportamenti, la loro incoerenza, la violenza con cui tentano di imporsi, la mistificazione, lo stravolgimento della realtà e della verità, l’ossessione per il potere, gli inciuci, le connivenze, il disprezzo verso il Popolo, l’ambiguità, e la perseverante (quanto diabolica) simbiosi con un retaggio pseudo culturale legato ai personaggi criminali del secolo scorso.
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I nostalgici del marxismo non perdono infatti mai l’occasione di manifestare il loro afflato con Togliatti o con Lenin, oppure con i partigiani comunisti che durante e dopo l’ultima guerra mondiale si sono macchiati di crimini contro l’umanità.
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Il saluto a pugno chiuso (quello in cui si è esibito anche Fico, in occasione della Festa per le Forze Armata nel recente passato), oppure il fatto di cantare “bella ciao”, testimoniano che l’universo sinistroide finge di non sapere che il comunismo ha prodotto cento milioni di vittime innocenti. 
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L’arroganza che dimostrano quotidianamente i politicanti del PD attraverso il loro modus operandi palesa apertamente un vero e proprio disprezzo per chiunque non sia allineato all’ortodossia imposta dai vertici del partito.
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I dictat proclamati da professionisti dell’inganno, come dimostra la Storia stessa, impongono un allineamento e un appiattimento verso i voleri preconfezionati di una classe politica che non ha nemmeno il pudore di provare vergogna per tutte le nefandezze commesse.
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Ai giorni nostri i crimini del PD sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, a partire dal sistema Bibbiano, partorito dalla mente malata di personaggi legati a doppio filo con l’ex partito di Renzi, ora di Zingaretti.
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Gli scandali bancari, come quelli della Montepaschi Siena o della Banca Etruria, collocano il PD in una posizione di colpevole responsabilità, che ha prodotto un grave dissesto finanziario sulla pelle dei risparmiatori. 
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Le politiche dell’universo sinistroide, compreso il Sindacato della Cgil, sono rivolte al disprezzo verso il Popolo italiano (che si intende spersonalizzare e ridurre a massa informe) a favore di una immigrazione a cui tutto è concesso.
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E’ di oggi la notizia che per colpa della Cgil lo Stato italiano dovrà rimborsare 160 milioni di euro per restituire l’imposta di soggiorno agli immigrati che l’avevano pagata dal 2011, mentre gli Italiani strangolati da mille balzelli e soffocati dalla crisi vengono a tutt’oggi ignorati e abbandonati a sé stessi.
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Le continue nefandezze che caratterizzano il PD sono accompagnate da uno stillicidio quotidiano e capillare di imposizioni che tendono a compiere un vero e proprio lavaggio del cervello alla popolazione, attraverso una assillante disinformazione che da sempre costituisce il cavallo di battaglia delle sinistre.
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Il mezzo attraverso cui ciò è reso possibile è quello di imporre stereotipi di riferimento accuratamente elaborati dall’intellighenzia sinistroide e dal gotha di partito, come ad esempio quello secondo cui chi non è allineato all’ortodossia post comunista è automaticamente un fascista.
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Ecco come nascono falsi assiomi e definizioni di comodo, come le etichettature che identificano la figura del sovranista, divenuto sinonimo di fascista e quindi di pericolo per la democrazia, oppure relegato a semplificazioni che esprimono, secondo gli pseudo intellettuali della sinistra, concetti negativi quali il populismo o un becero nazionalismo.
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La mistificazione post-comunista si avvale quindi della mistificazione per far credere al popolo l’esatto contrario di ciò che rappresenta in realtà il sovranismo, e cioè una posizione politica che riconosce il potere sovrano di un popolo, non assoggettabile a nessun’altra autorità esterna, comprese le dinamiche di globalizzazione.
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Quando il PD non riesce a fare breccia con la disinformazione, ricorre ad un altro metodo, ampiamente collaudato, che è quello della coercizione, dell’intimidazione, della violenza e della demonizzazione dell’avversario politico, che diventa nemico giurato da abbattere a qualsiasi costo.
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In ogni città italiana sono nati, complice il buonismo delle sinistre, gruppi di estremisti comunisti e anarcoidi facinorosi, escrementi della società civile dediti alla violenza, che si sono riuniti attorno a ciò che vengono definiti oggi come “centri sociali”.
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Le varie sigle che compongono la galassia dei cosiddetti antagonisti seguono esattamente la dottrina marxista leninista che istiga all’uso della violenza come mezzo per raggiungere il potere, e mettono in pratica il loro credo anarco-comunista praticando la guerriglia urbana con l’alibi di un comodo antifascismo.
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A Bologna, per esempio, questi tupamaros della domenica, hanno occupato l’aula C della Facoltà di Scienze politiche per ben 26 anni, nella totale indifferenza delle autorità cittadine (a firma PD) e delle istituzioni.
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Costoro sono a tutti gli effetti i beniamini del PD che li coccola, insieme a quella parte della Magistratura che ha preso il nome di “toghe rosse” , fornendo loro alibi, giustificazioni e condiscendenza verso il loro operato.
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Nonostante il fatto che abbiano messo a ferro e fuoco intere città, devastando il tessuto urbano in termini di usurpazione della democrazia, che abbiano impedito alle altre forze politiche di poter esprimere il loro punto di vista all’elettorato mediante comizi di piazza, e che usino la violenza e l’arbitrio come modus operandi, costoro vengono sistematicamente assolti da ogni capo di accusa, e gli viene fornita una sede in cui fare aggregazione a da cui poi organizzano e nascono le successive violenze.
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Oggi (ma anche in passato) tutto ciò fa comodo al PD perché mentre da un lato organizza democratiche proteste di piazza pilotate al fine di contestare un comizio della Lega, nonostante questo sia altrettanto democratico e legittimo, dall’altro lascia campo libero ai cosiddetti “antagonisti” e “antifa” dei centri sociali perché diano libero sfogo alla loro violenza contro il nemico.
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Un doppio gioco, nato dall’abilità trasformista di chi è assuefatto alla mistificazione e alla doppiezza, così come era prerogativa di Togliatti e del vecchio PCI, a cui gli odierni eredi guardano ancora con aperta ammirazione.
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Un PD dunque che si pone come partito “democratico” ma che in realtà disprezza la democrazia, inneggiando a criminali come Lenin, Togliatti, Stalin, Tito, oppure ad assassini delle Brigate rosse che pur condannati all’ergastolo per la loro attività criminale sono stati poi invitati a tenere discorsi nelle aule universitarie della rossa Bologna.
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A fare da corollario a queste nefandezze si impongono all’attenzione dei cittadini tutte quelle vie o piazze intitolate a gerarchi comunisti criminali, interpreti di un totalitarismo colpevole per l’intera umanità ma assolti dagli intellettuali delle sinistre che ripercorrono impuniti sentieri di ambiguità che li caratterizzano.
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L’Italia è da troppo tempo oggetto di attenzione da parte dell’apparato disinformatore delle sinistre, che fin dal 1917 ha iniziato a stravolgere la verità dei fatti proponendo come rivoluzione russa non quella reale compiuta nel febbraio da uno schieramento composto da socialdemocratici, menscevichi, bolscevichi, e socialisti, ma quella di ottobre in cui Lenin operò un feroce “colpo di Stato” sterminando i veri fautori della rivoluzione che aveva deposto lo zar.
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Nel dopoguerra i partigiani comunisti assassini hanno compiuto ogni genere di nefandezze, abbandonandosi alla ferocia contro vittime civili inermi, donne e bambine, e per questo sono stati premiati con cariche pubbliche o assunti nel corpo di Polizia, come ampiamente documentato nei libri di Gianfranco Stella.
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Il comunismo italiano, Togliatti e Longo in testa, premiava i loro sicari, in perfetta simbiosi con il regime comunista staliniano di cui era dipendente anche economicamente (vedi “Oro da Mosca” di Valerio Riva).
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Le formazioni criminali partigiane e comuniste diedero poi vita, nel dopoguerra, ad altre squadre armate composte da criminali assetati di sangue, come la famigerata “volante rossa” che insanguinò  a lungo il nord Italia a guerra finita e che portò alla nascita delle tristemente famose Brigate rosse.
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Il PCI premiò gli assassini proteggendoli, come ad esempio Francesco Moranino, lo spietato killer delle Brigate Garibaldi, prima condannato dal Tribunale, poi amnistiato dal Presidente Saragat, poi eletto onorevole nelle file del PCI.
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Il “modus operandi” del PD non si discosta molto da quello ereditato dal vecchio PCI, e lo dimostra quotidianamente, immergendosi nell’apprezzamento e nell’incitamento dell’illegalità, come nel caso dei clandestini illegali, o nella condiscendenza verso Carola Rackete che con la sua nave speronò consapevolmente una motovedetta della Guardia di Finanza italiana.
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La lista delle collusioni con il malaffare è lunghissima ed è è pari solo a quella delle complicità in nefandezze come quella di Bibbiano che da sola varrebbe già a farci capire quale sia il vero volto del PD, il partito “democratico”.
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Il Blog del Pilastro
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