domenica 23 dicembre 2018

La MAPPATURA degli alberi del PARCO


Con questo post vorrei attirare l’attenzione su una iniziativa da intraprendere che, secondo me, se attuata avrebbe una valenza didattica, sociale, e culturale molto importante.
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Si tratta della mappatura degli alberi del parco, e la contestuale affissione di cartellini identificativi su ogni singola pianta, proprio come è già stato fatto nelle aree cortilive dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.
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Come si vede nelle immagini, ogni albero è dotato di un cartellino plastificato
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Come testimoniano le immagini, ogni albero è stato identificato e si è poi provveduto a darne l’informazione ai Cittadini apponendo sul tronco di ognuno di essi un cartellino con la doppia dicitura del nome, quello scientifico in latino, e quello con cui è volgarmente conosciuto, in italiano.
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Questo metodo, se applicato anche alle piante del Parco Pasolini, sarebbe un primo passo per avvicinare le persone alla conoscenza degli alberi stessi, mettendo tutti in grado di sapere quale sia la pianta che si sta ammirando.
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E’ noto che c’è una interdipendenza direttamente proporzionale fra la conoscenza e l’amore, sia per gli animali che per le piante.
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Quando non si conosce qualcosa, non la si riesce ad amare, ed è come se mancasse una sorta di imprinting naturale che interrompe un percorso che potrebbe essere invece simbiotico.
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E’ come se una lunga catena fosse mancante di uno dei suoi anelli, risultando quindi spezzata, e la conoscenza costituisce proprio uno di questi anelli.
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A livello didattico, quindi, oltre che sociale, formativo, e culturale, il percorso di civiltà che i nostri figli e nipoti devono intraprendere, prescinde dall’apporto di conoscenze che riusciamo a trasmettere loro.
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La semplice mappatura ed etichettatura delle piante del Parco è un piccolissimo tassello che rientra in questo più ampio discorso, ma riveste un ruolo molto importante, poiché costituirebbe l’inizio di un percorso di conoscenza.
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Si potrebbe impostare un percorso guidato attraverso cui condurre i bambini delle scuole elementari, che potrebbero assorbire i primi rudimenti di una auspicabile simbiosi con la natura.
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Attualmente l’osservazione degli alberi del Parco, ci dà la possibilità di godere della loro intrinseca bellezza, ma relega in un limbo di anonimato quell’afflato naturale che potrebbe scaturire dalla conoscenza di ogni singola specie.
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Sta nella sensibilità di chi presiede al “bene pubblico” far sì che l’essenza stessa della cultura non rimanga allo stato embrionale, ma che anzi si sviluppi anche precocemente in ogni direzione.
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Lungo un percorso programmato, si potrebbero installare nel Parco anche alcune bacheche “didattiche” per spiegare ai visitatori quali siano le specie avicole presenti, magari con un corredo di immagini che possano dare contestualità alla didattica stessa.
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Si potrebbero informare i visitatori sulle specie fungine presenti in gran numero nel parco, come ad esempio le cosiddette “gambesecche” (il Marasmius Oreades), così come i "prataioli" o i numerosi Coprinus disseminatus, e molte altre specie.
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La conoscenza è prodromica alla cultura, mentre questa è direttamente proporzionale alla civiltà.
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Vogliamo che i nostri figli e nipoti compiano un percorso di crescita nel quale l’amore e il rispetto per la natura ne siano parte integrante ?
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Credo che tutti noi sappiamo la risposta, ma l’input non deve partire solamente dalla famiglia, ma anche essere anche fortemente voluto dalle istituzioni.
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Vedremo quindi se questo mio post avrà qualche tipo di evoluzione, o se sarà invece “lettera morta”.
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Di certo non ho grandi aspettative, conoscendo i personaggi della politica e il loro esclusivo interesse per le poltrone, i privilegi, e null’altro…
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Bologna è da sempre un feudo del PD quindi (visto i numerosi scandali, gli indagati, e il malaffare) le aspettative si riducono ulteriormente…
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Vedremo…
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Il Blog del Pilastro
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