mercoledì 22 maggio 2019

La VIOLENZA ROSSA a Bologna


I “centri sociali” hanno dimostrato ancora una volta di essere il braccio armato e violento di un comunismo pernicioso e molto lontano dai concetti di democrazia e di libertà.
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Costoro sono i pupilli del Sindaco Merola e hanno con lui un afflato particolare, attraverso il quale viene loro concessa carta bianca ogni qualvolta emerga la necessità politica di imporre a tutti i dictat dell’attimo contingente.
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Nel caso particolare stavolta si voleva impedire il regolare svolgimento delle attività elettorali previste dalla Costituzione italiana, ai militanti di Forza Nuova, una cinquantina in tutto, e del comizio tenuto dal loro leader Roberto Fiore.
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La formazione politica di Forza Nuova si colloca all'estrema destra nel sistema partitico nazionale, e pur ricoprendo il ruolo di movimento extraparlamentare ha comunque tutte le carte in regola per poter esprimere e diffondere le sue idee e le sue proposizioni, come è giusto che sia in uno Stato di ispirazione e di orientamento liberale e democratico.
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I militanti di Forza Nuova 
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Di tutt’altro avviso sono i facinorosi delinquenti dei “centri sociali” che si arrogano il diritto di decidere chi può parlare e chi deve invece sottostare al silenzio imposto da loro con la violenza.
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I “centri sociali”, dopo aver impedito a Matteo Salvini di tenere il suo comizio, nel recente passato, ora ci hanno riprovato con Forza Nuova.
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Sia Salvini che Fiore sono stati giudicati colpevoli, dai delinquenti comunisti a viso coperto, di essere fascisti che negano la Costituzione, ma appare evidente a chiunque che è esattamente il contrario, e i fatti lo dimostrano.
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I collettivi anarco-comunisti che infestano come zecche la società bolognese, ammorbandola con il fetore del loro marxismo, sono lo stereotipo rappresentativo dell’anti democrazia e dell’odio comunista.
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Il loro “modus operandi” consiste nell’occupare abusivamente proprietà private o pubbliche, impossessandosene arbitrariamente, e imponendo il loro delirante credo politico a suon di sprangate e di violenze di ogni tipo, di devastazione e di guerriglia contro chiunque non sia allineato alla loro ortodossia.
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Le giuste rivendicazioni di Forza Nuova
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Ogni volta che questi delinquenti decidono di impedire ad altre formazioni politiche di parlare, mettono a ferro fuoco le città, così come è accaduto nei giorni scorsi a Bologna e recentemente a Napoli.
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Il Sindaco Merola, dall’alto della sua smisurata arroganza, accompagnata da una malafede ideologica che rasenta la simbiosi con il crimine comunista, ha vietato a Forza Nuova di montare il palco su cui avrebbe dovuto parlare Fiore, e questo la dice lunga sul suo “modus operandi”, sbilanciato e compromesso fra un antifascismo tanto di comodo quanto anacronistico e uno scandaloso lassismo che odora di connubio e di connivenza, proprio con i delinquenti dei “centri sociali”.
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Chiunque possa incrinare la stabilità politica (e le poltrone) del PD viene considerato “fascista” ed ecco che intervengono prontamente i facinorosi “guerrilleros della domenica” appartenenti al variegato cosmo criminale dei centri sociali, appunto.
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La democrazia a Bologna viene così stuprata ogni qualvolta i “pupilli” di Merola sono spronati a interpretare il loro ruolo di devastatori e di violenti, accompagnati dai soliti cori e dalle canzonette come “bella ciao”, simbolo dei partigiani assassini e criminali da cui costoro traggono il retaggio ancestrale.
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Bologna : ordigno contro la sede di Forza Nuova
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La sola presenza di questi cosiddetti “antagonisti” che riuniscono all’interno dei loro gruppuscoli una accozzaglia criminale composta da elementi che esprimono un odio insanabile per le istituzioni,  rappresenta un vero e proprio insulto alla democrazia.
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Bologna è ostaggio della violenza comunista, complice un partito, il PD, che non solo si è appropriato spudoratamente della denominazione “democratico  ma che anzi tira il sasso e nasconde la mano.
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Il retaggio culturale, o pseudo tale, dei politicanti che compongono la congrega di Merola, deriva dalla compiacenza verso le strategie e i comportamenti di Palmiro Togliatti, uno dei massimi criminali del comunismo.
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Cento milioni di morti è la cifra raggiunta dai genocidi, dalle stragi, dalle uccisioni di vittime torturate, deportate e sparite nel nulla, o inglobate dall’orrore del cosiddetto “Paradiso comunista”, ma tutto ciò sembra scivolare addosso al Virgino Primo Cittadino che dichiara sempre prontamente il suo fervore partigiano e marxista.
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A Bologna, come in molte altre città della penisola, esistono vie e piazze intitolate al criminale Togliatti e questo sembra andare bene al Sindaco dei bolognesi, così come agli altri, nonostante il fatto che siano ormai certe e consolidate le precise responsabilità criminali di colui che ancora oggi viene definito come “il Migliore”.
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Merola e i politicanti del PD dovrebbero vergognarsi e occuparsi di altre cose, come il degrado che attanaglia i Cittadini bolognesi, oramai abbandonati a loro stessi.
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Zecca comunista
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Bologna è diventata una pattumiera a cielo aperto, ed è ricoperta di sporcizia e di graffiti in ogni sua parte, sia centrale che periferica, ostaggio di elementi criminali che fanno tutto ciò che vogliono indisturbati.
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La Prefettura sembra essere impreparata e inadeguata a impedire le affermazioni territoriali dei “centri sociali  come se si trovasse di fronte ad un fenomeno improvviso e imprevisto.
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La realtà è che invece questi delinquenti si sono appropriati della città da oltre trent’anni, come dimostra il fatto che l’aula C della Facoltà universitaria di Scienze Politiche sia stata occupata per ben ventisei anni consecutivi.
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Di fronte a ciò, viene da pensare che un crimine protrattosi per un così lungo periodo sia il risultato di un permissivismo conciliante concesso dall’Amministrazione comunale a firma PD con la complicità delle altre istituzioni.
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Il fatto che ancora oggi si permetta ai “centri sociali” di decidere chi può o chi non può parlare a Bologna è il chiaro proseguo di politiche di questi tipo, incentrate sul connubio tra PD e frange criminali che si rifanno al comunismo.
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Ingresso dell'Aula C della Facoltà universitaria di Scienze Politiche, occupata per ben 26 anni
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Questo substrato sociale anarco-insurrezionalista dal sapore staliniano che parassita le città italiane vive grazie al suo sbandierato antifascismo, che appare con ogni evidenza un comodo alibi per delinquere impunemente.
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E’ anche un fertile terreno in cui le radicalizzazioni politiche possono evolvere e deviare in sistemi dalla deriva terroristica, come è già accaduto per le Brigate rosse, eredi dei partigiani assassini comunisti.
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Quello del PD è un gioco pericoloso, subdolo e criminale, poiché induce e insiste sulla manipolazione della realtà, plasmandola a proprio esclusivo vantaggio, sulla pelle dei Cittadini.
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Un’ultima considerazione.
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Il comunismo è stato messo fuori legge in molti Paesi, soprattutto in quelli in cui la Democrazia si esprime ai suoi massimi valori e livelli, mentre possiamo constatare per contro che ove esistano regimi di stampo comunista, ancora oggi, la società civile sprofonda in abissi di disperazione, di lager, di sangue e di violenza.
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Gli esempi sono davanti agli occhi di tutti…
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Il Blog del Pilastro
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