lunedì 19 luglio 2021

BOLOGNA, ELEZIONI COMUNALI 2021

Sottotitolo:

DESTRA: UNA SCONFITTA PREANNUNCIATA!

La coalizione elettorale che a Bologna raggruppa l’universo politico che si identifica negli ideali del centrodestra, è purtroppo destinata al fallimento totale ancor prima che i Cittadini si rechino alle urne.

La causa è da riscontrare nell’assenza totale di politiche di diffusione dell’anticomunismo e nella persistenza di personalismi legati alle singole esigenze di crescita nella scala gerarchica dei partiti di appartenenza.


A causa di ciò la base elettorale della destra bolognese non ha compiuto un itinerario di aggregazione scaturito da solidi legami ideologici, ma da impeti di insofferenza verso le attuali politiche governative, proprio come accadde quando i pentastellai presero il potere.

La parabola, ora discendente, percorsa dal movimento politico di Beppe Grillo avrebbe dovuto insegnare qualcosa, ma sembra che i vari “personaggi” della destra come ad esempio Bignami e Lisei, piuttosto che Mugavero e Cangini, siano più preoccupati di accapparrarsi “un uovo oggi piuttosto che una gallina domani”.

Poco importa se una eventuale vittoria avrà la caratteristica di essere una “vittoria di Pirro” e che il prezzo da pagare potrebbe essere quello di una implosione dovuta al carattere effimero e instabile su cui si è costruito il vantaggio elettorale stesso.

La dimensione culturale, didattica, propagandistica, e intellettuale in cui opera l’apparato che si lega al conformismo del “pensiero unico”, contrassegna da decenni gli standard del politically correct, influenzando spudoratamente le masse popolari.

La macchina del fango della sinistra agisce all’unisono con le schiere di disinformatori che sono proni ai dictat dell’intellighenzia post comunista, orientando e manipolando le percezioni dell’immaginario collettivo, pilotandone le reazioni in un gioco al massacro nel quale la destra è l’unica responsabile dei mali dell’universo, mentre la stessa tace e si lascia annichilire.

Durante il suo percorso mistificatorio, la sinistra interpreta ruoli che si possono definire di “convergenza parallela”, caratterizzati appunto dal deliberato ossimoro di cui è impregnato il suo stesso tessuto vitale.

Un esempio ? PD=Partito Democratico, ha la stessa valenza che scrivere ghiaccio bollente…


Le sinistre inneggiano ai partigiani comunisti assassini che si sono macchiati di crimini contro l’umanità cantando “bella ciao” e adorano feticci elevati a idoli come il famigerato Maresciallo Tito, massacratore di italiani in Jugoslavia.

La bonomia con cui le sinistre hanno strizzato l’occhio ai crimini del comunismo, diventandone complici,  ha rappresentato il motivo di fondo e il collante che da sempre fagocita le masse popolari.

La destra, per contro, esprime pallidi e timidi tentativi di reazione, soprattutto in occasione di ricorrenze annuali e di commemorazioni, al di là delle quali si esaurisce la momentanea enfasi propositiva trasformandosi presto in una sterile e amorfa quotidianità.

Nell’arco dei dodici mesi è già molto se nei vari quartieri cittadini le destre si presentano una o due volte con i cosiddetti banchetti informativi, muniti di bandiere e megafoni, rivolgendosi ai Cittadini come se questi fossero il loro unico scopo di vita.

Poi per tutto il resto dell’anno le destre scompiono dai radar, assorbite dai loro giochi di palazzo e dalle faide interne, dalle rivalità e dalle corse alle poltrone, con la valigia in mano per il passaggio da un partito all’altro, a seconda dell’opportunità che si presenta, lasciando l’elettorato in balìa di sé stesso.

Ne consegue che il modus vivendi che intercorre fra destre ed elettorato non si sviluppa entro i limiti di una simbiosi che concede ad entrambe le parti una reciproca convergenza, mancando i valori di riferimento, ma si interrompe al primo segnale di scontento che si frappone tra le parti.

Il substrato ideologico, di cui l’anticomunismo costituisce parte fondamentale ed integrante, è praticamente assente e spesso evitato quasi che fosse un fastidioso orpello di secondaria importanza.

In pratica la destra si sta scavando la fossa da sola, favorendo così la sopravvivenza di una sinistra che continuerà ad operare nello stesso modo che le ha permesso di vivacchiare fino ad oggi, oltre che di insediarsi al potere, mentre la destra continuerà a stare a guardare, in un ciclo che appartiene ai corsi e ricorsi storici da cui dovremmo imparare qualcosa…

L’anticomunismo dovrebbe essere il pane quotidiano della destra, o pseudo tale, ma pare che risulti quasi sgradito agli attuali personaggi che si sono proposti per guidare i partiti come Fratelli d’Italia, Lega, e Forza Italia.

Io stesso ho scritto nove libri sul comunismo, e un decimo lo sto scrivendo, ma li ho pubblicati tutti su Amazon, a causa del completo disinteresse della stessa destra che avrebbe dovuto, quanto meno, patrocinarne le edizioni, diffondendone i contenuti, e ampliandone l’interesse con presentazioni dedicate,  convegni, iniziative culturali, e progetti didattici.

L’atonia dimostrata da coloro che io chiamo “politicanti con la valigia”, sempre pronti cioè a cambiare casacca a seconda di come tira il vento, come ad esempio alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia, tra cui il bolognese Galeazzo Bignami allegramente migrato da Forza Italia, evidenzia l’assoluto disinteresse verso l’allargamento della cultura anticomunista.

Evidentemente l’elettorato non rappresenta più, secondo questi personaggi, un serbatoio ideologico su cui poter contare in un percorso di osmosi reciproca nel quale i valori, la cultura, e le idee si interscambiano in un processo costruttivo politico, ma anzi tutto ciò diventa quasi un fastidioso elemento anacronistico d evitare.

Per questi motivi ho deciso di vestire i panni del presago, dell’indovino, del veggente e del profeta, in quanto mi appare in tutta la sua chiarezza il fallimento politico della coalizione di destra, per lo meno a Bologna, unitamente alla pesante responsabilità di consegnare nuovamente e colpevolmente la città alle sinistre.

Di solito la dignità individuale nelle persone che se ne ammantano impone, nei fallimenti di cui queste sono autori e prodromi, una sola via di uscita : le dimissioni.

Vedremo se dopo il trionfo delle sinistre a Bologna varranno di più le considerazioni etiche e morali oppure l’attaccamento alle poltrone.

E tutto ricomincerà da capo ...


Il Blog del Pilastro

 

 

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