giovedì 23 aprile 2020

IL GOVERNO MAFIOSO


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Con il decreto cosiddetto “CURA ITALIA” emanato dal governicchio di Giuseppi si indicano, fra le altre cose, anche alcune indicazioni e prescrizioni atte a sfoltire, secondo una lista di patologie di riferimento, le presenze dei detenuti nelle carceri.
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Secondo questa genialata governativa occorre mettere in libertà, o meglio agli arresti domiciliari, coloro che sono in stato di detenzione prescindendo dalla loro caratura delinquenziale o dallo stato di pericolosità sociale.
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Seguendo le direttive di Giuseppi le patrie galere si sono aperte per far uscire Francesco Bonura, di 78 anni, boss di Cosa Nostra definito da Tommaso Buscettaun mafioso valoroso”, e Vincenzo Iannazzo, 65 anni, esponente di rilievo della ‘ndrangheta.
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E’ stato scarcerato anche Pino Sansone, 69 anni, che ha ricoperto un ruolo di comando ai vertici della cupola mafiosa nel dopo Riina, a cui era molto legato.
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Nel caso di Bonura, responsabile di molti dei numerosi delitti compiuti dalla mafia, questi è stato anche autorizzato dal Tribunale di Milano ad uscire da casa, “ogni volta che occorrerà per “motivi di salute” e “per significative esigenze familiari”, vale a dire ogni volta che ne avrà voglia.
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Per quanto riguarda Vincenzo Iannazzo, il Re delle estorsioni soprannominato “il moretto”, va detto che questo personaggio ha interpretato il ruolo di capo del clan di Lamezia Terme fino al momento della sua condanna a 14 anni e sei mesi di carcere, ma poi secondo le prescrizioni dell’attuale decreto di Giuseppi il suo stato di salute è stato giudicato incompatibile con l’emergenza epidemiologica ed è stato quindi rimandato a casa, proprio nel cuore di Lamezia Terme.
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Secondo Alfonso Bonafede il penta “stallato” Ministro della Giustizia, tutte queste scarcerazioni sarebbero frutto di decisioni che i Giudici avrebbero preso in completa autonomia, disgiuntamente dalle pressioni governative esercitate per dare il via all’attuazione del decreto “Cura Italia”.
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La effettiva realtà è comunque sotto gli occhi tutti, e ci rivela che lo sciacallaggio governativo che vede il Governicchio impegnato in tutta una serie di soprusi contro il Popolo italiano, continua a dare il peggio di sé, manifestando accondiscendenza verso i clandestini illegali, verso gli zingari, verso le politiche di una Europa preoccupata solo di ottemperare alle disposizoni teutoniche, e verso la popolazione carceraria.
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La totale mancanza di discernimento che congenitamente affligge l’apparato neurale dell’intera compagine governativa rischia di spancare le porte del carcere a 74 personaggi malavitosi del calibro di Leoluca Bagarella, Pippo Calò, Raffaele Cutolo, Benedetto Santapaola detto Nitto, che hanno scritto le pagine più buie e sanguinose dell’Italia del dopoguerra.
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I Bellocco di Rosarno, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo, Benedetto Santapaola, Benedetto Spera, compongono il gotha criminale che insieme ai più famosi boss sopra citati hanno spadroneggiato e ucciso in Italia per lungo tempo ma che ora, probabilmente godranno della totale inettitudione del governicchio, uscendo di galera.
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Ecco un breve escursus sulle biografie criminali di un paio di questi personaggi:.
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Leoluca Bagarella
Leoluca Bagarella : membro di Cosa Nostra, affiliato al clan dei Corleonesi.
E’ stato uno spietato assassino, detto “la belva” e soprannominato “Don Luchino”, e autore di numerosi omicidi, oltre che della strage di Capaci in cui morì il Magistrato Giovanni Falcone.
Fu anche responsabile del sequestro del dodicenne Giuseppe Di Matteo, il cui corpo non fu mai ritrovato perché disciolto nell’acido nitrico.
Prima che il decreto di Giuseppi e la conseguente condiscendenza delle toghe rosse gli concedessero la possibilità di uscire dal carcere, stava scontando la pena dell’ergastolo.
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Giuseppe Calò, soprannominato Pippo, palermitano e “cassiere di Cosa Nostra”.
Si occupava del riciclaggio di denaro per conto di Luciano Liggio e di Salvatore Riina.
A Roma continuò tale attività per le cosche Corleonesi e per la Banda della Magliana, poi legandosi a con Roberto Calvi e Licio Gelli fu implicato nel malaffare del Banco Ambrosiano.
Organizzò l’attentato al treno Rapido 904 Napoli-Milano in quella che fu definita la Strage di Natale nel 1984 che provocò 17 vittime e 267 feriti.
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Spalancare le porte a questa accolita delinquenziale non solo è immorale ma costituisce un vero e proprio oltraggio verso le vittime di mafia e verso i loro parenti, oltre che verso le Forze dell’Ordine che hanno rischiato e dato la vita per assicurarli alla Giustizia.
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Il cosiddetto Ministro della Giustizia Bonafede (mai tale titolo è stato più usurpato) dovrebbe dimettersi, insieme al bibitaro Di Maio e al comunista Fico, che grazie alla complicità del canuto rappresentante del Colle e alla colpevole disabilità mentale di Giuseppi hanno insieme calpestato la volontà popolare e la democrazia nel nostro Paese.
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Roberto Fico
Il loro modus operandi li rende simili a quei criminali di cui ora, manifestando tanta colpevole indulgenza, sono diventati complici a tutti gli effetti.
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A completamento di un quadro di insieme quanto meno devastante per il Popolo italiano concorre anche la sfregiante ricorrenza del 25 aprile, altrettanto  sintomatica dell’arroganza con cui l’apparato orwelliano del regime continua ad imperversare sulla nostra civile società.
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La trita e ritrita canzonetta “Bella ciao” sarà come sempre l’identificativo  attraverso cui la disinformazione sinistroide presenterà come eroi gli appartenenti all’apparato estremamente ed esclusivamente criminale dei partigiani comunisti.
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La loro ferocia e la loro efferatezza trova eguale riscontro in termini di malvagità solamente nell’analogo apparato comunista sovietico, da cui peraltro dipendevano sia politicamente che economicamente.
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Ora Fico avrà un’altra occasione per salutare le folle con il pugno chiuso, a dimostrazione del fatto che questo Governo non ci rappresenta e DEVE quindi andare a casa …
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Il Blog del Pilastro
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