lunedì 3 febbraio 2020

LA DITTATURA DELLE TOGHE ROSSE

Il Popolo italiano è oramai sotto il giogo di parte della Magistratura, quella cioè legata in modo simbiotico alla politica del PD che tiene in ostaggio la democrazia.
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Lo strapotere togato asservito ai dictat degli eredi di Togliatti si è sostituito infatti all’incedere civile che è normalmente espresso dai membri del Parlamento eletto dai Cittadini.
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Nemmeno i Ministri della Repubblica Italiana sono esenti da quelle imposizioni coercitive della Magistratura che vengono emanate a seconda della convenienza di parte, e che periodicamente aggrediscono la libertà e la democrazia nel Bel Paese, in balia di una bieca e devastante dittatura di stampo stalinista.
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Le caratteristiche che identificano gli appartenenti alle toghe rosse sono ben visibili agli occhi di tutti e spiccano per l’evidente arroganza e protervia, in dispregio delle più elementari norme di democrazia, interferendo palesemente e negativamente sull’intera società.
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Taluni Magistrati, come ad esempio quelli appartenenti alla Procura di Agrigento, hanno ideato un  preciso piano per “togliere di mezzo” l’avversario principale delle sinistre, Matteo Salvini, cercando di evitare che questi possa salire al potere nel prossimo futuro nonostante la manifesta volontà popolare.
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Per la seconda volte le toghe rosse lo hanno infatti indagato per il reato di sequestro di persona, ipotizzando che il suo modus operandi nel difendere il territorio nazionale dall’invasione pianificata a tavolino dalle sinistre, costituisse un illecito.
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I fatti contestatigli risalgono al periodo in cui Salvini era Ministro dell’Interno, in carica dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019, quando il Governo del Paese era costituito dall’alleanza fra Lega e Movimento 5 stelle.
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Anche a quel tempo le toghe rosse tentarono un blitz politico, chiedendo l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, ma la Giunta delle autorizzazioni di Palazzo Madama fu compatta nel respingere l’attacco alla democrazia orchestrato con ogni evidenza dal Partito Democratico, deus ex machina di ogni tentativo di sovvertire l’ordine costituito e di destabilizzare la volontà popolare.
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Oggi però, le alleanze e gli equilibri politici parlamentari hanno subìto radicali modifiche, e i pentastellati hanno deliberatamente scelto di governare il Paese alleandosi con il loro vecchio nemico di sempre, il Partito democratico.
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Di fatto si è quindi radicalizzata la vigliaccheria che contraddistingue oggi coloro che da “5 stelle” sono divenuti “5 stalle”, e che manifestano pieno appoggio alle scellerate inquisizioni politiche di una magistratura asservita ai loro nuovi alleati, approvando gli attacchi a Matteo Salvini.
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Immediatamente le toghe rosse hanno scatenato il loro parossismo giustizialista intervenendo con furore, simili a cani rabbiosi pronti a sbranare il loro bersaglio, e hanno indagato Matteo Salvini per sequestro di persona.
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La motivazione, di tipo machiavellico (“il fine giustifica i mezzi”), esplicita l’opposizione netta e decisa contro chi tenta di arginare il flusso costante ed epocale di immigrazione clandestina dalle coste africane all’Italia.
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I nuovi “poltronari” del Governo, appartenenti alla neonata “casta” politica, guidati da quel “Giuseppi” che si riempie di ridicolo ogni volta che appare in pubblico, si sono coalizzati, insieme alla Magistratura di stampo comunista, per portare Salvini a processo, decisi ad annientarlo.
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La libertà e la democrazia in Italia sono quindi ostaggio di questi personaggi, a cui va tutto il mio personale disprezzo.
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La brama di riuscire a mantenere un posto a sedere sugli scranni parlamentari (la famosa poltrona) ha indotto i neo politicanti grillini a sputare sui loro precedenti ideali e al loro stesso elettorato, a tutto vantaggio del PD e della magistratura da questi addomesticata.
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L’elettorato dei “5 stalle” si è ribellato a tutto ciò punendo severamente le devastanti politiche di Di Maio, attuate dietro imposizioni più o meno occulte dalla cosiddetta “Piattaforma Rousseau”, l’organismo privato che manipola le decisioni dell’intero Movimento (altro che democrazia dal basso !).
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In occasione delle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria infatti, si è palesata con il voto dei Cittadini l’inesorabile estinzione totale dalla scena politica di ciò che rimane dei seguaci di Beppe Grillo, ridotti oggi a burattini nelle mani del PD e delle toghe rosse.
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I Magistrati dimostrano di agire seguendo percorsi motivazionali non disgiunti da un odio politico, sordo e implacabile, insanabile e irrazionale, che esprime l’influenza di un retaggio socio culturale derivante da schieramenti antidemocratici, come quelli comunisti e marxisti.
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L’arroganza politica identifica i peggiori elementi della Magistratura rossa, delineandone le caratteristiche che sviliscono il ruolo istituzionale dell’apparato della Giustizia.
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I Cittadini italiani onesti e amanti della verità e della Giustizia provano vergogna per l’operato di questi personaggi che svendono i valori di libertà e di democrazia ad un partito politico, diventandone complici.
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In questo modo il malaffare e l’illegalità su cui fanno perno le politiche del PD trovano un alibi, una cappa di buonismo e di condiscendenza che consente di operare in tutta sicurezza nel percorso criminale.
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E’ successo e succede ancora oggi a Bologna, dove i Cittadini hanno scelto di consegnare il territorio nelle mani di un PD che è colluso con i centri sociali e la loro violenza, con gli zingari e il loro parassitismo, con le orde gay che imperversano ciclicamente, con il dilagare della droga e della delinquenza.
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L’aula C della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna è stata occupata dai centri sociali per ben 26 anni senza che né il Comune a firma PD, né la Prefettura e né la Magistratura rossa intervenissero, tutelando così i loro beniamini, professionisti dell’illegalità.
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Le violenze scatenate dai centri sociali ogni qualvolta la lega e le destre parlamentari chiedevano la piazza, così come dovrebbe essere loro democraticamente concesso, la dicono lunga sull’opportunismo di un PD che da un lato lascia fare agli estremisti della sinistra il cosiddetto “lavoro sporco” e dall’altro, ambiguamente, condanna gli eccessi e le violenze.
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D’altra parte gli idoli del PD sono ben visibili davanti a gli occhi di tutti, poiché vengono sbandierati e presi ad esempio nonostante il fatto che costituiscano un vero e proprio riferimento criminale.
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Alcuni esempi :
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Palmiro Togliatti.
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E’ stato un feroce criminale asservito totalmente al comunismo staliniano, di cui fu portavoce, ricoprendo il ruolo di numero due del Comintern, l’organismo di diffusione internazionale del comunismo.
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Ha stilato le liste che avrebbero sancito la deportazione nei gulag staliniani degli esuli comunisti in Russia, identificando coloro che non ottemperavano all’ortodossia comunista di riferimento, come i bordighisti o i trockisti, piuttosto che i socialdemocratici o gli  anarchici.
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Fu complice di Tito nel massacro delle Foibe in cui furono assassinati migliaia di italiani, vittime del comunismo.
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Il suo ruolo compiacente e subdolo impose ai partigiani comunisti italiani, dei quali era al comando insieme a Longo, di non interferire con le attività repressive dei compagni comunisti slavi.
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Ancora oggi viene osannato dal PD come esempio da seguire, e viene denominato con il vezzeggiativo di “il Migliore” !
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Lenin.
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Idealizzato dalle sinistre come artefice della cosiddetta Rivoluzione russa dell’Ottobre 1917, fu in realtà un pluriomicida e genocida che sterminò i veri fautori della reale rivoluzione anti-zarista, che era già avvenuta nel mese di febbraio dello stesso anno.
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Dopo il colpo di Stato che portò la minoranza bolscevica al potere instaurò il cosiddetto “comunismo di guerra” con il quale diede il via ad un periodo di terrore senza precedenti che produsse milioni di vittime innocenti.
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Stalin.
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E’ stato il più feroce e sanguinario criminale comunista di tutti i tempi, e si è reso responsabile della morte di cento milioni di vittime innocenti.
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La sua paranoia e la sua totale dedizione al marxismo lo hanno condotto a sterminare interi gruppi sociali e a compiere genocidi di stampo etnico, sociale, e religioso.
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I comunisti lo hanno sempre chiamato affettuosamente “baffone”.
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Pier Paolo Pasolini.
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A lui sono state intitolate vie, piazze o parchi cittadini, come ringraziamento per il suo ruolo guida nel mondo intellettuale delle sinistre.
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Ciò che non viene detto, però, è che Pasolini era un comunista omosessuale pedofilo a cui piaceva avere rapporti orali con minorenni.
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Del suo ultimo atto sessuale orale, avuto con il suo assassino minorenne, è infatti rimasta traccia dopo la morte, poichè l’autopsia trovò lo sperma dell’omicida nel suo stomaco.
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Questi sono solo alcuni dei riferimenti morali e culturali cui attinge la sinistra a piene mani, così come quei magistrati che ne sono attratti e verso cui dimostrano una evidente simbiosi.
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In realtà l’universo comunista è un mondo vuoto, privo di contenuti propositivi, di libertà e di democrazia, in cui anzi questi valori sono assolutamente assenti, sostituiti dalla mistificazione e dallo stravolgimento della realtà sia quotidiana che storica, dall’inganno e dall’odio, insanabile, endemico, e sempre presente, a costituire il vero filo conduttore dell’incedere comunista o dei suoi eredi metamorfizzati.
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Chiunque può constatare come l’odio aleggi impalpabile ma estremamente corrosivo in ogni intervento di Zingaretti, l’attuale leader del PD, così come in quelli di Renzi, il redivivo ex piddino che promise di lasciare la politica se avesse perso il referendum, salvo poi ripresentarsi più arrogante di prima, ed è presente nei programmi politici delle sinistre, che prevedono la distruzione totale dell’avversario attraverso l’uso di qualsiasi mezzo.
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Ed è così che invece di occuparsi di economia, di lavoro, di pensioni, e di tutelare l’interesse dei Cittadini, il gotha sinistroide, allargato alle toghe rosse e alle “sardine” si dedica a tempo pieno alla demonizzazione di Matteo Salvini, ritenuto colpevole di ogni nefandezza.
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L’odio del PD verso la Lega, nonostante questa sia adorata dalla maggioranza degli Italiani, è quotidiano e si alimenta in modo autoreferenziale, trovando cioè al proprio interno radici di riferimento che scatenano gli istinti più bassi delle schiere intellettualoidi dell’apparato comunista metamorfizzato.
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Le toghe rosse sono i futuri parlamentari che probabilmente sceglieranno di fare un percorso politico all’interno del PD, così come è già successo in passato, quando i magistrati schierati politicamente abbandonarono la toga per vestire i panni del comunista in seno al partito.
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La carriera parlamentare di questi soggetti è spianata dalla loro stessa condiscendenza verso le tematiche e gli obbiettivi delle sinistre, e poco importa se in questo percorso si calpestano la libertà e i diritti di cittadini onesti e di politici come Matteo Salvini.
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A mio parere il Magistrato che ha indagato “il Capitano”, così come viene denominato Salvini dalle masse popolari che lo idolatrano e gli vogliono bene, dovrebbe essere arrestato e condannato per le sue azioni, che vanno in direzione opposta a quella di una legittima difesa del territorio e delle coste nazionali.
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Le toghe rosse mettono a repentaglio la sicurezza dei Cittadini, interferendo con l’operato di un ex Ministro della Repubblica, in palese disprezzo del suo ruolo istituzionale.
Queste toghe rosse, dovrebbero provare sulla loro pelle un po’ di comunismo, come quello coreano, ad esempio, e leggersi la Storia che racconta i crimini del comunismo in Russia, in Cina, e nei Paesi in cui si è imposto con la violenza.
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Dovrebbero vergognarsi, questi Magistrati, perché offendono l’onore e il decoro di una intera nazione, sputando sui valori di libertà e democrazia per i quali i nostri nonni hanno combattuto.
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Con la loro arroganza le toghe rosse evidenziano il disprezzo per il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la Giustizia, la stessa che ora è manipolata e vilipesa.
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Le toghe rosse, l’odio, la menzogna, Togliatti, il PD, le sardine, i gulag, sono tutti tasselli di un unico mosaico, di un quadro di insieme che raggruppa in simbiosi le prerogative peggiori della politica e della società.
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La metamorfosi del PCI si manifesta così, attraverso l’odio.
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E’ questo che i Cittadini devono comprendere.
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Il Blog del Pilastro
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