martedì 13 aprile 2021
DITTATURA
martedì 6 aprile 2021
La latitanza delle istituzioni
Il quartiere Pilastro è stato lasciato a sé stesso, abbandonato
dalle istituzioni cittadine che, caso strano, si fanno vedere brevemente solo
in occasione di qualche tornata elettorale.
Qualche striscia pedonale ridipinta per far vedere ai cittadini che la politica pensa a loro, ed ecco che l’Amministrazione comunale si compiace del suo stesso modus operandi, proponendosi come elemento valido alla guida della città, quartiere per quartiere.
Peccato però che per tutto il periodo che intercorre fra una votazione amministrativa e l’altra, così come per gli appuntamenti in cui si vota per le elezioni politiche, i rappresentanti del potere cittadino che albergano nel Quartiere, siano praticamente sempre inesistenti.
Almeno per quanto riguarda il Pilastro, è accertato dall’incedere quotidiano che esista un profondo fossato, invalicabile, che separa il mondo utopico dei politicanti stabilitisi nei Palazzi della politica da quello reale della cittadinanza.
Il quartiere è il più verde della città, ma purtroppo è ostaggio di bande di zingari, pupilli di Merola, drogati e spacciatori, dei quali non si vuole e non si può parlare, specie da quando il senatore Salvini sollevò il problema suonando il campnello dell’abitazione di un pusher, proprio al Pilastro.
Non lo avesse mai fatto ! Le levate di scudi furono immediate, soprattutto perché alimentate dall’arroganza di coloro che per primi si sono disinteressati del degrado che assedia il Pilastro, e cioè le istituzioni.
I Parchi pubblici che fanno da cornice al Pilastro, a partire dal Parco Pasolini, vera eccellenza nel panorama del verde cittadino, riflettono anch’essi il modus operandi della politica del PD, come tutti possono vedere quotidianamente.
Bottiglie di birra e di vino vuote, lattine, scatole vuote di sigarette, cartacce, contenitori per cibo da asporto, plastica, mozziconi di sigarette a migliaia, sono il risultato quotidiano dell’abbandono del Quartiere San Donato e dei suoi politicanti da strapazzo, i quali credono evidentemente che il loro lavoro, per il quale sono stati eletti, sia quello di rintanarsi nei loro uffici fregandosene altamente della cittadinanza e delle loro esigenze.
Personalmente ho deciso di combattere in prima persona il degrado dilagante che assedia il Pilastro, impegnandomi in una attività di volontariato come singolo cittadino, svincolato da qualsiasi partito.
In pratica, pulisco il parco Pier Paolo Pasolini, allargandomi quando posso anche nelle altre zone verdi, per tentare di ridare dignità al nostro territorio, abbandonato a sé stesso.
Non ci sono mai controlli di alcun tipo, e ciò autorizza e legittima, per così dire, coloro che provocano il degrado e cioè le orde di maleducati, tra cui gli zingari, i gruppi di rumeni o russi che si ubriacano tutti i giorni, schiamazzando in gruppi di parecchie persone anche in piena “zona rossa”, impunemente, senza che la Polizia Municipale si degni di intervenire.
In compenso i paladini della legalità sono molto zelanti quando si tratta di obbligare qualche negoziante che non sa più come fare per dare da mangiare ai propri figli, e a fargli tirare giù la serranda dopo averlo multato pesantemente.
La casta si palesa per quello che è, e cioè una accozzaglia di politicanti legati alla poltrona che se ne infischiano di noi poveri mortali.
Quotidianamente raccolgo dal territorio l’equivalente di tre o quattro sporte piene di mozziconi e quant’altro, alleviando temporaneamente l’asfissia che l’ambiente deve sicuramente provare sommerso com’è dal luridume provocato dalle orde maleducate dei cafoni e degli incivili.
Negli anni scorsi ho inviato alcune mail agli uffici di quartiere per proporre attività costruttive in senso didattico, con le quali suggerivo di etichettare gli alberi con targhette plastificate, dando ad ognuno di loro il proprio nome sia in latino che in italiano.
E’ infatti ovvio che qualsiasi cosa si possa amare oppure odiare solamente se la si conosce, altrimenti tutto diventa indifferenza, e cioè la negazione di ogni sentimento.
Se ai nostri figli non facciamo conoscere l’ambiente circostante, i nostri parchi, gli alberi, l’avifauna, o le erbe spontanee, il loro incedere durante la crescita sarà caratterizzato dall’indifferenza verso la natura e dalla relativa mancanza di amore.
L’Amministrazione di quartiere non si è nemmeno degnata di rispondermi, anche quando ho proposto di realizzare un percorso didattico, con l’installazione di alcune bacheche all’interno delle quali si potessero leggere le spiegazioni di ciò che vive e vegeta nel Parco.
Non mi ha risposto nemmeno quando ho proposto di creare aree destinate allo “sgambamento” dei cani, e altre invece dove il loro passaggio fosse interdetto, allo scopo di permettere a chiunque di raccogliere erbe edibili, come il tarassaco, la malva, l’achillea, la piantaggine, o altre, a scopo alimentare.
LE LATTINE VUOTE E LA PLASTICA ASSEDIANO IL TERRITORIO
Questo articolo vuole essere una sorta di memorandum per coloro che quando vanno a votare continuano imperterriti a preferire il PD, nonostante la marea di nefandezze quotidiane a cui ci ha oramai abituati.
Mandiamoli a casa !
Ce lo chiede il futuro dei nostri figli, oramai seriamente ipotecato, e ce lo chiede la civiltà stessa, intesa come rapporto di uguaglianza e di rispetto fra le componenti naturali e ambientali che ci circondano e il nostro stesso modus operandi, frutto di regole e di convenzioni a cui tutti dovrebbero dare corso.
Purtroppo la latitanza della politica, quotidiana e più che decennale, sta rovesciando questi equilibri, a favore di una distropia progressiva che io, nel mio piccolo, tento timidamente di arginare...
Il Blog del Pilastro
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