martedì 1 giugno 2021

LO SFALCIO "SELVAGGIO" DELLE AREE VERDI

 Sottotitolo : IL DANNO ECOLOGICO-AMBIENTALE

Attualmente i parchi pubblici e le aree verdi di competenza comunale seguono un iter di manutenzione che non tiene conto dell’importante danno ambientale che provoca tale operazione, così com’è impostata.

La prassi abituale seguita dagli operatori comunali o dai manutentori a cui è stato appaltato lo sfalcio, segue infatti un modus operandi che non tiene conto del fatto che oggigiorno le plastiche sono diffuse ovunque, anche sotto forma di rifiuti.

I nostri spazi verdi, come i parchi pubblici, assomiglianos sempre di più a discariche in cui le bottiglie di vetro e di plastica, così come la carta, oppure i contenitori di plastica di vario tipo, come ad esempio i bicchieri e gli involucri per il cibo, i sacchetti della spesa, le cartine che avvolgono i pacchetti di sigarette, e una miriade infinita di mozziconi di sigaretta, assediano l’ambiente.


Il territorio del Pilastro non è esente da questo lordume quotidiano, a cui tento personalmente di oppormi, arginando il degrado mediante la raccolta di tutto ciò.

Ma veniamo al punto : lo sfalcio “selvaggio” !

L’ho definito “selvaggio” perché è eseguito senza tenere conto di quanto detto, e cioè del fatto che i prati e le aree verdi dei parchi contengono alte concentrazioni di materale plastico, carta e vetro, e quant’altro.

Quando le macchine tosaerba passano per sfalciare l’erba, triturano qualunque cosa incontrino sul loro cammino, lasciando sul terreno migliaia di microplastiche e micro materiali, i quali con le piogge sono destinati a finire nelle fogne e di lì al mare.

Tutto ciò entra quindi nella catena alimentare, dal momento che le particelle di materiale triturato vengono mangiate dalla fauna marina, e di conseguenza finiscono sulla nostra tavola.




Un danno ecologico incalcolabile, soprattutto se si pensa che gli effetti sull’ambiente sono devastanti tanto quanto quelli sulla salute.



Non a casa l’Unione Europea ha avviato protocolli che prevedono di arrivare alla produzione di plastiche esclusivamente riciclabili, ma fino a quel momento, nel periodo di transizione quotiano, siamo ostaggio della dispersione nell’ambiente di plastiche che rimarranno tali per interi decennni.

Mi meraviglio che l’Amministrazione pubblica non sia minimamente attenta a questo grave problema, e che continui a operare sfalci “selvaggi” senza prima (o dopo) eseguire la raccolta di tutto ciò che inquina l’ambiente.

Personalmente mi occupo proprio di ciò, rincorrendo quotidianamente il degrado, afrontandolo, e cercando di sconfiggerlo, ma come singolo cittadino mi sento un po’ come Davide contro Golia.

Sarebbe suffiiciente che gli operatori del settore variassero il loro modus operandi, dedicandosi alla pulizia del territorio da sfalciare e alla raccolta di tutto ciò che ora sto raccogliendo solo io.

Solamente a terreno pulito diventerebbe così possibile iniziare lo sfalcio, nella certezza che la plastica, il vetro, i mozziconi di sigaretta, e quant’altro, siano stati raccolti.


Nel caso che l’erba sia troppo alta e impedisca di vedere cosa si nasconde sul terreno, la pulizia dovrebbe essere fatta immediatamente dopo lo sfalcio, agendo con particolare attenzione per prelevareogni singolo pezzetto.

Faccio presente che la plastica tritata, in forma quindi di microplastica, è veicolata anche dal vento, e costituisce un serio pericolo per la salute, come dimostrano importanti studi scientifici sull’argomento.

Occorre che vengano inseriti nei bandi di concorso e nei protocolli di assegnazione degli sfalci pubblici alcuni riferimenti all’obbligo di provvedere alla pulizia preventiva delle aree da sfalciare, e la supervisione di un controllore deputato a verifiche di qualità dell’operato.

La raccolta preventiva consentirebbe anche di differenziare rifiuti come plastica, carta, vetro e mozziconi di sigarette.

Aggiungo, per completezza di informazione, che la nicotina è un potente veleno, usato anche come insetticida, e come tale è sotto accusa per la strage di api che nel 2007 ha ucciso il 50 % delle api a livello mondiale.



La quantità abnorme di “cicche” di sigarette che ritrovo quotidianamente ovunque al Pilastro, non solo lungo le strade e i marciapiedi, ma anche nei parchi e nelle aree verdi, sono potenzialmente letali per l’avifauna e tutti gli altri animali, insetti compresi, che compongono il delicato equilibrio ecologico dell’ecosistema.

Detto ciò, spero che l’Amministrazione pubblica si muova rapidamente per invertire la tendenza, promuovendo e patrocinando nuove forme di sussidiarietà, come il volontariato, pubblicizzandone la portata e l’importanza, e operando perché l’ambiente sia messo al primo posto in ordine di importanza.

 

 

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