Il parco Pier Paolo
Pasolini, vero e proprio polmone del Pilastro, è da considerare una risorsa a
tutti gli effetti, non solo per l’ossigeno prodotto dalle innumerevoli essenze
arboree e dalle specie vegetali presenti, ma anche come fonte di riflessione
per la sua connotazione bucolica, inserita in un contesto in cui cemento e
asfalto la fanno da padroni.
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La diversità biologica
che caratterizza le piante del Parco e l’avifauna induce a riflessioni di
carattere naturalistico che però prescindono da una realtà contestuale che
andrebbe in parte modificata.
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Si può facilmente
constatare che tutta l’area del Parco, nella sua interezza, sia meta di
sgambamento per decine e decine di cani accompagnati dai loro proprietari, e
ciò di per sé non costituirebbe un problema se non fosse per il fatto che le
deiezioni solide e liquide delle bestiole imperversano sul territorio privo di
una appropriata regolamentazione.
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Accade così che i
bambini giochino nei prati dove alcuni istanti prima hanno urinato i cani,
oppure dove sono state raccolte dai proprietari degli stessi le deiezioni
solide.
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Questo fatto rappresenta
un paradosso che vede da un lato una Amministrazione impegnata a fornire
strutture molto importanti per il Cittadino (come il Parco stesso e i giochi
per i bambini) e dall’altro si dimostra insensibile al problema sanitario che
può derivare dalla mancanza di regolamentazione.
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Inoltre l’area del Parco
è ricca di erbe edibili, come ad esempio il tarassaco, l’agrifoglio, la malva,
la piantaggine, l’achillea e tante altre che potrebbero benissimo essere
raccolte e consumate in insalata, per non parlare di funghi come i prataioli o
le “gambe secche” (il Marasmius oreades).
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Tutto ciò però non è possibile
a causa del fatto che si incorrerebbe nel rischio di raccogliere erbe irrorate
dalla pipì dei nostri amici a quattro zampe.
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Sarebbe quindi opportuno
identificare degli spazi all’interno del Parco, per recintarli e adibirli allo
sgambamento dei cani e ai loro “bisognini”, prescrivendo anche il DIVIETO di
farlo nelle zone rimanenti.
Si potrebbero anche
recintare e interdire ai cani alcune zone del Parco particolarmente ricche di
erbe edibili, magari pubblicizzandole con bacheche didattiche, e dare così la
possibilità di raccoglierle in tutta sicurezza.
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Le erbe spontanee
costituiscono una risorsa alimentare sana e oltretutto gratuita che viene
invece sprecata a causa della indifferenza su questo argomento.
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Molte persone anziane si
recano nei centri commerciali per comprare costose verdure che magari
provengono dalla Spagna o dai Paesi africani, e che subiscono anche trattamenti
conservativi e fitosanitari che sono oggettivamente da rifiutare.
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Taraxacum officinale |
Una
regolamentazione come quella suggerita
sarebbe un vero e proprio esempio di attenzione all’ambiente e alle necessità
dei Cittadini, sempre più strangolati dalla crisi economica e sarebbe una
cartina di tornasole per chi ama il territorio e la natura.
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I cani potrebbero
passeggiare accompagnati al guinzaglio con i loro padroni percorrendo comunque
gli appositi sentieri di tutti i giorni, e potrebbero continuare a fare i loro
bisogni lungo questi tragitti, ma potrebbero essere lasciati liberi di correre
solo all’interno delle aree di sgambamento.
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Non dovrebbe essere
consentito di condurli nelle aree interdette ai cani o in quelle adibite alla
raccolta delle erbe spontanee.
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Questa suddivisione di
spazi consentirebbe anche un maggior controllo di precise aree del territorio,
oggi più che mai minacciato dalla presenza di elementi criminali dediti allo
spaccio di stupefacenti.
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Con la pubblicizzazione
(bacheche didattiche informative su flora, funghi e, perché no, anche di
avifauna) si favorirebbe una maggiore socializzazione delle persone residenti
in chiave anti-degrado.
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Marasmius oreades |
Lo sforzo
dell’Amministrazione sarebbe veramente minimo, ma i risultati sarebbero
eccellenti.
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Avrebbero da guadagnarci
tutti, a partire dai cani e dai loro proprietari che avrebbero un luogo
recintato ove far correre liberamente i loro amici a quattro zampe), così come
i bambini che non correrebbero il rischio di giocare sull’erba contaminata
dalle urine degli animali.
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Sarebbe una iniziativa
che favorirebbe il controllo territoriale e darebbe anche un aiuto economico
alle famiglie, consentendo loro la
raccolta di erbe officinali in tutta sicurezza.
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Ci guadagnerebbe
l’Amministrazione, politicamente, perché darebbe un segnale di risveglio sulla
capacità (e volontà) di FARE qualcosa per i Cittadini, i quali percepiscono
oggi un grado elevato di abbandono delle istituzioni.
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Cestino con coperchio e posacenere |
Un esempio ?
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La pulizia quotidiana
del Parco, assediato da cartacce, plastica, bottiglie vuote e lattine,
mozziconi di sigarette e quant’altro, è svolta da un paio di volonterosi
Cittadini che a titolo gratuito si occupano di raccogliere i rifiuti e a
mantenere pulita l’area, per quanto possibile.
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Sono assenti i paletti
porta sigarette accanto alle panchine, così come lungo i vialetti di
percorrenza, e ciò induce i passanti a
gettare per terra i mozziconi.
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Ricordo che la nicotina
è un potente veleno e che liberata nell’ambiente può essere pericolosa per le
tante specie di uccelli che vivono nel Parco.
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Questo post, che
rappresenta una vera e propria proposta per il bene del territorio e del Parco
Pier Paolo Pasolini, sarà inviato a chi tra i politici del Quartiere San
Donato, se ne può fare carico.
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Il tempo ci dirà se e come ci sarà la dovuta
attenzione al riguardo…mentre aspettiamo il momento delle elezioni europee …
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Il Blog del Pilastro
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