domenica 19 maggio 2019

Proposta per una migliore vivibilità del Parco Pier Paolo Pasolini

Il parco Pier Paolo Pasolini, vero e proprio polmone del Pilastro, è da considerare una risorsa a tutti gli effetti, non solo per l’ossigeno prodotto dalle innumerevoli essenze arboree e dalle specie vegetali presenti, ma anche come fonte di riflessione per la sua connotazione bucolica, inserita in un contesto in cui cemento e asfalto la fanno da padroni.
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La diversità biologica che caratterizza le piante del Parco e l’avifauna induce a riflessioni di carattere naturalistico che però prescindono da una realtà contestuale che andrebbe in parte modificata.
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Si può facilmente constatare che tutta l’area del Parco, nella sua interezza, sia meta di sgambamento per decine e decine di cani accompagnati dai loro proprietari, e ciò di per sé non costituirebbe un problema se non fosse per il fatto che le deiezioni solide e liquide delle bestiole imperversano sul territorio privo di una appropriata regolamentazione.
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Accade così che i bambini giochino nei prati dove alcuni istanti prima hanno urinato i cani, oppure dove sono state raccolte dai proprietari degli stessi le deiezioni solide.
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Questo fatto rappresenta un paradosso che vede da un lato una Amministrazione impegnata a fornire strutture molto importanti per il Cittadino (come il Parco stesso e i giochi per i bambini) e dall’altro si dimostra insensibile al problema sanitario che può derivare dalla mancanza di regolamentazione.
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Inoltre l’area del Parco è ricca di erbe edibili, come ad esempio il tarassaco, l’agrifoglio, la malva, la piantaggine, l’achillea e tante altre che potrebbero benissimo essere raccolte e consumate in insalata, per non parlare di funghi come i prataioli o le “gambe secche” (il Marasmius oreades).
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Tutto ciò però non è possibile a causa del fatto che si incorrerebbe nel rischio di raccogliere erbe irrorate dalla pipì dei nostri amici a quattro zampe.
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Sarebbe quindi opportuno identificare degli spazi all’interno del Parco, per recintarli e adibirli allo sgambamento dei cani e ai loro “bisognini”, prescrivendo anche il DIVIETO di farlo nelle zone rimanenti.
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Malva sylvestris
Si potrebbero anche recintare e interdire ai cani alcune zone del Parco particolarmente ricche di erbe edibili, magari pubblicizzandole con bacheche didattiche, e dare così la possibilità di raccoglierle in tutta sicurezza.
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Le erbe spontanee costituiscono una risorsa alimentare sana e oltretutto gratuita che viene invece sprecata a causa della indifferenza su questo argomento.
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Molte persone anziane si recano nei centri commerciali per comprare costose verdure che magari provengono dalla Spagna o dai Paesi africani, e che subiscono anche trattamenti conservativi e fitosanitari che sono oggettivamente da rifiutare.
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Taraxacum officinale
Una regolamentazione  come quella suggerita sarebbe un vero e proprio esempio di attenzione all’ambiente e alle necessità dei Cittadini, sempre più strangolati dalla crisi economica e sarebbe una cartina di tornasole per chi ama il territorio e la natura.
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I cani potrebbero passeggiare accompagnati al guinzaglio con i loro padroni percorrendo comunque gli appositi sentieri di tutti i giorni, e potrebbero continuare a fare i loro bisogni lungo questi tragitti, ma potrebbero essere lasciati liberi di correre solo all’interno delle aree di sgambamento.
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Plantago major
Non dovrebbe essere consentito di condurli nelle aree interdette ai cani o in quelle adibite alla raccolta delle erbe spontanee.
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Questa suddivisione di spazi consentirebbe anche un maggior controllo di precise aree del territorio, oggi più che mai minacciato dalla presenza di elementi criminali dediti allo spaccio di stupefacenti.
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Con la pubblicizzazione (bacheche didattiche informative su flora, funghi e, perché no, anche di avifauna) si favorirebbe una maggiore socializzazione delle persone residenti in chiave anti-degrado.
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Marasmius oreades
Lo sforzo dell’Amministrazione sarebbe veramente minimo, ma i risultati sarebbero eccellenti.
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Avrebbero da guadagnarci tutti, a partire dai cani e dai loro proprietari che avrebbero un luogo recintato ove far correre liberamente i loro amici a quattro zampe), così come i bambini che non correrebbero il rischio di giocare sull’erba contaminata dalle urine degli animali.
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Sarebbe una iniziativa che favorirebbe il controllo territoriale e darebbe anche un aiuto economico alle famiglie,  consentendo loro la raccolta di erbe officinali in tutta sicurezza.
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Ci guadagnerebbe l’Amministrazione, politicamente, perché darebbe un segnale di risveglio sulla capacità (e volontà) di FARE qualcosa per i Cittadini, i quali percepiscono oggi un grado elevato di abbandono delle istituzioni.
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Cestino con coperchio
e posacenere
Un esempio ?
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La pulizia quotidiana del Parco, assediato da cartacce, plastica, bottiglie vuote e lattine, mozziconi di sigarette e quant’altro, è svolta da un paio di volonterosi Cittadini che a titolo gratuito si occupano di raccogliere i rifiuti e a mantenere pulita l’area, per quanto possibile.
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Sono assenti i paletti porta sigarette accanto alle panchine, così come lungo i vialetti di percorrenza, e ciò induce i passanti a gettare per terra i mozziconi.
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Ricordo che la nicotina è un potente veleno e che liberata nell’ambiente può essere pericolosa per le tante specie di uccelli che vivono nel Parco.
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Questo post, che rappresenta una vera e propria proposta per il bene del territorio e del Parco Pier Paolo Pasolini, sarà inviato a chi tra i politici del Quartiere San Donato, se ne può fare carico.
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Il tempo ci dirà se e come ci sarà la dovuta attenzione al riguardo…mentre aspettiamo il momento delle elezioni europee …
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Il Blog del Pilastro
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