E’
indubbio che la prerogativa principale della politica del PD, erede
poli-metamorfizzato del PCI, sia quella della manipolazione come retaggio della
stessa metodologia di pensiero con cui Lenin, padre del comunismo sovietico,
mirava al controllo totale della società.
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Da
alcune riflessioni di Paul Hollander, desunte dal suo libro “Pellegrini
politici : intellettuali occidentali in Unione Sovietica, Cina e Cuba”
emerge che con il comunimo di Lenin ”l’arte della manipolazione delle
impressioni raggiunse la sua forma più completa, come risultato della credenza
ufficiale sulla controllabilità e l’interdipendenza di tutti gli aspetti della
realtà, e la conseguente politica destinata a massimizzare il controllo sui
diversi aspetti dell’esistenza”.
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Sembra
esattamente l’universo totalitarista cui Orwell fa riferimento per descrivere
la realtà del Grande Fratello e l’ideologia dominante nel famoso libro
intitolato “1984”.
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Anche
oggi il controllo operato dal PD sull’informazione, sulle rappresentazioni
pubbliche e private, sulle idee e quindi sulla libertà individuale, non appare
molto dissimile da quello squisitamente “repressivo” comunista in cui la
programmazione di ciò che si poteva e ciò che si doveva scrivere
costituiva la regola da seguire.
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Gli
intellettualoidi della sinistra, preposti al controllo delle masse e alla
manipolazione delle coscienze, ricorrono anche oggi alla medesima ortodossia di
riferimento, avvalendosi di tecniche “coercitive” come la demonizzazione
dell’avversario politico, la “gogna” mediatica, il disprezzo, l’isolamento, e
non ultimi la ferocia e l’odio, elementi simbiotici con l’essenza marxista o
post-comunista.
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La
manipolazione della verità e lo stravolgimento della realtà quotidiana
costituiscono il “modus operandi” attraverso cui il gotha del PD e le
sue emanazioni metamorfiche, come il movimento delle cosiddette sardine,
manifestano un vero e proprio disprezzo verso i valori di civiltà che
appartengono alla società civile e alla democrazia.
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Ogni giorno chiunque può assistere a manifestazioni di arroganza da parte del PD, le quali sfociano in paradossi indegni di un Paese libero e democratico, come ad esempio nel caso di scandali quale quello di Bibbiano.
Ogni giorno chiunque può assistere a manifestazioni di arroganza da parte del PD, le quali sfociano in paradossi indegni di un Paese libero e democratico, come ad esempio nel caso di scandali quale quello di Bibbiano.
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Poiché
sono coinvolti due Sindaci del PD ed è evidente la collusione fra il cosiddetto
“sistema Emilia” sbandierato dai politicanti piddini e il malaffare, tutti gli
appartenenti alla categoria degli pseudo-intellettuali radical-chic sinistroidi
si affannano a sminuire la portata degli episodi delittuosi, a tentare di
modificarne l’essenza criminale, oppure di nasconderla.
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Il
tam tam quotidiano del PD soffoca qualsiasi anelito di verità e sovverte lo
Stato di Diritto, come nel caso della comandante Carola Rackete che pilotando
la nave Sea Watch 3 ha forzato il blocco italiano entrando a forza nel porto di
Lampedusa ed ha speronato una nave della Guardia di Finanza.
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Il
comportamento criminale della comandante appartenente alla Ong tedesca fu
inizialmente punito con l’arresto per violazione dell’articolo 1100 del codice
della navigazione (resistenza o violenza contro nave da guerra) ma
successivamente il gip di Agrigento Alessandra Vella decise che la carcerazione
fosse illegittima, rimettendola in libertà.
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Carola Rackete, la speronatrice |
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Il
delirio di onnipotenza con cui PD e toghe rosse spadroneggiano in Italia è
disgustoso, e ricorda molto da vicino le purghe staliniane, oppure le
camaleontiche nefandezze con cui Palmiro Togliatti mandava a morire in Russia i
suoi stessi compagni, rei di non essere allineati all’ortodossia staliniana.
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Anche fra di loro i compagni del PD manifestano le
rispettive differenze ideologiche che nascondono in realtà solo un mezzo per
reclamare a viva voce i posti di potere più appetibili, e lo fanno palesando un
odio insanabile che li contraddistingue, e con il quale sono simbioticamente
compenetrati.
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L’odio
è la vera essenza del PD, la sua vera natura, la sua ossatura, che alimenta da
sempre le sue politiche e i suoi squallidi personaggi.
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Gli
elementi come Zingaretti, come la Boldrini, come Prodi, come le “sardine”,
e come tutto l’insieme dei politicanti da strapazzo che compongono il popolo
delle sinistre (fortunatamente in via di estinzione) si alimentano di odio,
indirizzandolo contro chiunque si frapponga al loro incedere, così come è stato
in passato per Craxi, poi per Berlusconi, e ora per Matteo Salvini.
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Pinocchio Di Maio |
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La
malafede accompagna tutte le loro manifestazioni e proposizioni, avvelenando il
clima politico e sociale italiano, fomentando l’odio in ogni occasione
possibile, in uno stillicidio quotidiano di bassezze che solo il PD e le sue
menti malate possono ideare.
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Mentire,
sapendo di mentire.
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Il
PD si avvale oggi anche della collaborazione dei 5 stalle, con cui condivide le
“poltrone” del Governo, ma è risaputo che fino a poco tempo fa anche i
pentastellati erano bersagliati da un odio che sembrava essere insanabile e
perpetuo, scagliato contro di loro proprio dagli stessi personaggi del PD con
cui oggi sono alleati.
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Pinocchio Conte |
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Questi
“promotori di odio”, agitatori di professione, mestieranti della politica,
hanno instaurato un devastante connubio
in nome delle “poltrone”, a cui si sono attaccati ostinatamente, nonostante il
Popolo abbia già manifestato chiaramente il proposito di prenderli a pedate nel
fondo-schiena.
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Lo
squallore e le acrobazie metamorfiche insite in personaggi come Di Maio, sono
degne solo del Presidente della Camera Roberto Fico e della sua manifesta imbecillità allorquando si è proposto
all’attenzione popolare salutando con il pugno chiuso in occasione della
ricorrenza annuale che celebra le “Forze armate”.
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La
falsità ideologica del PD, dei 5 stalle, di Conte, e dell’accozzaglia
Brancaleone che compone il “Governicchio”
è davanti agli occhi di tutti, così come l’odio quotidiano che corre
lungo i “social”, nei media, e negli spropositi dei cosiddetti “intellettuali”
delle sinistre.
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Gli
italiani hanno ora la possibilità di ribadire che sono stanchi di tutto ciò.
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Il 26 gennaio si voterà per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria, mentre tra Maggio e Giugno sarà la volta di Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto.
Il 26 gennaio si voterà per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria, mentre tra Maggio e Giugno sarà la volta di Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto.
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Se
il Popolo dichiarerà che non vogliono più soggiacere ai dictat del “Grande
Fratello” ma che anzi amano Matteo Salvini, si ritornerà ad una Italia libera e
democratica, non asservita agli interessi delle Coop rosse, dei Magistrati .
Il
pensiero unico scomparirà, lasciandoci solo un brutto ricordo.
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Allora
saremo noi a cantare “bella ciao”..
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Il Blog del Pilastro
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