“Ma
mi faccia il piacere ccà nisciun è fess !”
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Così direbbe nuovamente il mitico Principe de Curtis, in
arte Totò, se fosse ancora vivo oggi, riferendosi al cosiddetto “Movimento
delle sardine”.
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Peccato però che le contraddizioni in questo senso
abbondino, al punto che le “sardine” sono apertamente schierate in un manifesto
e palese odio verso Matteo Salvini e in ogni loro incontro di piazza
rispolverino la trita e ritrita canzonetta “bella ciao” che è il simbolo dei
partigiani comunisti (quelli, per intenderci assassini e sanguinari che
facevano capo a Togliatti e Longo).
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Peccato però che da un lato Santori intervistato come ospite
nel programma Omnibus su La7 abbia dichiarato ambiguamente di “non avere
nessuna mira politica”, mentre dall’altro è evidente il ruolo di supporto che
le sardine offrono invece al PD, resuscitando le masse di sinistroidi appartenenti
all’oramai obsoleto Movimento dei "girotondini" di Nanni Moretti.
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"Nisciuno è fesso …", ma evidentemente l’odio per Salvini e il disprezzo per il Popolo
italiano rappresentano l’elemento fondante delle politiche sinistroidi, che
mistificando la realtà dei fatti continuano a imperversare con arroganza.
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Cantare “bella ciao” rappresenta già di per sé una
etichetta, che accomuna i post comunisti all’odio politico e sociale che
riversano su chiunque non la pensi come loro, e poco importa se tra le sardine
siano presenti i movimenti partigiani che tanto sangue e odio hanno sparso
(impuniti) in Italia nel dopoguerra.
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Poco importa se la maggioranza della popolazione italiana
sia favorevole alle politiche della Lega e rifiuti l’immigrazione
incontrollata, oppure la sudditanza alle politiche franco-teutoniche
dell’Europa, poiché l’arroganza delle “sardine” è composta dallo stesso DNA del
PD e del popolo (ormai in estinzione) delle sinistre.
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A loro NON interessa che la volontà popolare sia la
massima espressione della democrazia e che vada quindi rispettata, poiché le
politiche della sinistra (PD in testa) rispecchiano il modus operandi imposto
dal loro leader di riferimento Palmiro Togliatti, ancora oggi denominato “il
Migliore”.
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Davvero le cosiddette “sardine” , ammantate nei fazzoletti
dell’Anpi, palesando un buonismo stomachevole con il quale si pongono come
baluardo di un antirazzismo che invece produce l’effetto contrario, inglobando
il popolo lgbt, i genitori uno e due, e i cattocomunisti, hanno creduto di
ingannare il Popolo italiano ?
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Quando fra le “sardine” si inizia a cantare “bella ciao”
si ripercorre lo stesso percorso, stereotipato e ingannevole, attraverso cui le
sinistre sono arrivate ai nostri giorni senza mai prendere atto e dichiararsi
ostili ai crimini del comunismo, come tra l’altro richiede oggi ufficialmente
anche l’Europa.
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Gli pseudo intellettuali post comunisti hanno anzi
glorificato i personaggi criminali che la Storia dipinge invece come artefici
di misfatti, deportazioni, genocidi, torture, e ogni altra nefandezza.
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Lo dice la Storia e l’unanimità degli addetti ai lavori,
gli storici e gli studiosi che da anni esaminano le carte di archivio dei
regimi comunisti, smentendo le falsità e le affermazioni dei caporioni come
Togliatti e Longo, idolatrati non solo dal vecchio PCI, ma anche dall’odierno
PD ed evidentemente anche dalle sardine (altrimenti non canterebbero “bella
ciao”).
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Questi tentativi di mistificare la realtà dei fatti
continua ancora oggi, tant’è che in questi giorni la Rai propone una “fiction”
su Nilde Iotti, dipingendola come grande statista, come prima donna ad avere
avuto un mirabile ruolo nel Parlamento italiano, come parlamentare comunista.
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In realtà questa “pasionaria” marxista altro non era che
l’amante di Togliatti, il quale per lei abbandonò la moglie Rita Montagnana e
il figlio Aldo (malato di schizofrenia e lasciato solo in manicomio per
decenni).
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La Iotti era a conoscenza dei gulag comunisti sovietici,
ma si guardò bene dal pubblicizzarne l’entità criminale o dal criticarne
l’esistenza, preoccupandosi solo di compiacere il suo amante Palmiro Togliatti.
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Questo è esattamente lo stereotipo del comunista, al quale
si rifanno oggi i post comunisti del PD, così come le sardine, eredi dello
stesso retaggio pseudo culturale.
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Attraverso questo linguaggio le sardine disprezzano
l’ordine costituito e le leggi italiane, divenendo loro stessi paladini
dell’illegalità.
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Le “sardine” odiano Salvini definendolo sovranista e
fascista, rifacendo il “verso” a tutti
coloro che proprio attraverso l’odio (e non con il confronto democratico) lo
attaccano e ne demonizzano l’operato.
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Se Matteo Salvini e la Lega si oppongono ad una invasione
(epocale) di masse di clandestini, esigendo una regolamentazione di flussi
migratori, così come dovrebbe essere in ogni Paese civile e democratico, è
subito oggetto di attacco da parte del marciume politico caratterizzato dagli
appartenenti ai “centri sociali”, delle sinistre in genere, e ora anche dalle
“sardine”…
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Ribadisco però che, come diceva Totò, “ccà nisciun è fess ...”
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A buon intenditore, poche parole…
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Il Blog del Pilastro
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