mercoledì 13 marzo 2019

Chi semina vento raccoglie tempesta ...

Le frange più becere dell'universo anarco-comunista bolognese hanno nuovamente palesato il loro disprezzo per la società civile e per la democrazia, oltraggiando la città e i cittadini mediante l'imbrattamento della facciata di Palazzo d'Accursio, in particolare accanendosi contro il monumento al Re Umberto I°.
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I bronzi liberty del bolognese Giuseppe Romagnoli e la targa in plexiglas che descrive l'opera sono stati bersagliati con il lancio di uova ripiene di vernice rossa.
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Gli idioti dei centri sociali, figli di un anarco-comunismo che disprezza tutto ciò che non è allineato all'ortodossia di Engels e di Marx avevano appena compiuto un raid, pochi giorni addietro, durante il quale hanno letteralmente sfregiato via Mascarella, colpendo anche palazzo Bentivoglio e la facciata del palazzo che dà su via Belle Arti da poco ristrutturata e ridipinta.
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Queste recenti azioni delittuose rappresentano solo la punta di un enorme iceberg fatto di delinquenza che si allarga a macchia d'olio, a causa della totale incapacità dell'Amministrazione comunale (PD) a operare un significativo contrasto.
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Il PD ha sempre coccolato gli appartenenti ai centri sociali, mentre le toghe rosse della Magistratura bolognese hanno sempre usato il guanto di velluto anche nei confronti delle frange più violente.
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Anni e anni di buonismo e di permissivismo hanno consentito ai centri sociali di prendere in ostaggio la città e hanno concesso loro anche la possibilità di poter decidere chi può e chi non può esprimere pubblicamente una propria valenza politica.
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Questa sottospecie di nuovo "gappismo" rivoluzionario che si rifà alla violenza del PCI e dei partigiani dell'immediato dopoguerra, ricalca esattamente le orme dei criminali di Lotta Continua, la formazione marxista leninista che si identificava nelle metodologie politiche staliniane, che portarono alla nascita delle famigerate Brigate Rosse.
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Per ribadire e rivendicare il possesso del territorio, i centri sociali sguinzagliano orde di imbrattatori, orbitanti nella sfera di appartenenza dell'universo anarcoide-comunista, per siglare con un graffitismo idiota e fine a se stesso l'intera città.
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Tutto ciò è stato loro permesso oramai da parecchi anni, grazie alla condiscendenza istituzionale cittadina che, mentre da un lato si dichiara ostile al graffitismo e al degrado, dall'altro coccola i centri sociali offrendo loro nuove aree in cui  insediarsi, nonostante l'illegalità che li caratterizza.
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Il loro "modus operandi" induce a riflettere sull'evidente parallelismo che si riscontra, molto da vicino, se esaminiamo il comportamento delle frange partigiane comuniste sguinzagliate sul territorio dal PCI nell'immediato dopoguerra.
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Le responsabilità ascrivibili alla metodologia criminale di Togliatti, Longo, Cossutta, e Napolitano (tanto per citarne alcuni) di quei tempi non è poi così dissimile dalle odierne dinamiche a cui quotidianamente assistiamo.
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L'immagine che Bologna dà di sè ai turisti che la visitano è completamente compromessa dalla indolenza dimostrata dal Sindaco nei suoi otto anni di mandato.
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Durante questo percorso la città è stata colpevolmente lasciata in balìa di orde di graffitari, orbitanti come si è visto attorno alla sfera di influenza degli eredi di Togliatti e beniamini dell'Amministrazione comunale, e cioè gli idioti dei centri sociali, i quali hanno devastato senza ritegno sia il centro storico che le zone periferiche.
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Il Sindaco e l'intera accozzaglia di politicanti e di parassiti che stanno permettendo che Bologna sia trasformata in una cloaca a cielo aperto, dovrebbero dimettersi immediatamente e in toto, se solo avessero un briciolo di dignità.
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Questi personaggi hanno consapevolmente consegnato la città di Bologna al degrado e nel frattempo, mentre coccolavano i "compagni" dei centri sociali, hanno continuato a ribadire insieme a loro un trito e ritrito antifascismo, rispolverando una metodica di cui Togliatti, a suo tempo, si ammantava pretestuosamente come alibi per le nefandezze compiute.
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Siamo oramai a ridosso delle elezioni europee e questo probabilmente indurrà la sinistra bolognese a scuotersi dal suo colpevole torpore, considerando il fatto che non può non sapere che l'intera cittadinanza, oltraggiata dal modus operandi del Sindaco e della sua combriccola di politicanti, si sta preparando per prenderli a pedate nel fondo schiena, in occasione delle votazioni.
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Comunque se anche ci fosse qualche spasmodico tentativo di modificare un assetto generale oramai compromesso, credo che la fine del PD, non solo a Bologna, sia imminente.
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Vedremo se la mia analisi e la mia profezia risulteranno corrette o se, invece, il popolo continuerà diabolicamente ad errare, consegnando di nuovo la propria fiducia, stavolta a livello europeo, ai seguaci di Togliatti.
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L'Europa di Prodi è la cartina di tornasole delle politiche del PD, che includono i disastri cui abbiamo accennato e molte altre nefandezze che tutti conoscono.
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La corruzione, gli inciuci, il clientelismo, la menzogna, sono solo alcuni degli aspetti caratteristici che appartengono al DNA dei camaleontici eredi del PCI poli-metamorfizzati.
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Gli zingari, lo spaccio di droghe, l'immigrazione clandestina, il degrado, l'abbandono delle aree non solo urbane in mano della delinquenza, l'inquinamento e il crimine sono gli altri elementi che fanno da corollario, come dimostrano le cronache degli ultimi anni, alla definizione del termine post-comunista (PD).
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Costoro (i post-comunisti) sopravvivono unicamente e anacronisticamente campando di antifascismo, pascendosene e interpretando ruoli con cui si pongono arrogantemente come unici paladini della libertà e della democrazia.
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Tutto ciò rappresenta un clamoroso falso storico, politico e ideologico, frutto della disinformazione in atto fin dai tempi di Togliatti che, come sappiamo, era esattamente l'opposto : un criminale efferato e sanguinario.
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E' la Storia, quella vera, a dirlo !
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Il Blog del Pilastro
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