Con questo post vorrei attirare l’attenzione su una iniziativa da
intraprendere che, secondo me, se attuata avrebbe una valenza didattica, sociale, e
culturale molto importante.
.
Si tratta della mappatura degli alberi del parco, e la contestuale
affissione di cartellini identificativi su ogni singola pianta, proprio come è
già stato fatto nelle aree cortilive dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.
.
.
Come si vede nelle immagini, ogni albero è dotato di un cartellino plastificato
.
.
Come testimoniano le immagini, ogni albero è stato identificato e
si è poi provveduto a darne l’informazione ai Cittadini apponendo sul tronco di
ognuno di essi un cartellino con la doppia dicitura del nome, quello
scientifico in latino, e quello con cui è volgarmente conosciuto, in italiano.
.
Questo metodo, se applicato anche alle piante del Parco Pasolini,
sarebbe un primo passo per avvicinare le persone alla conoscenza degli alberi
stessi, mettendo tutti in grado di sapere quale sia la pianta che si sta
ammirando.
.
E’ noto che c’è una interdipendenza direttamente proporzionale fra
la conoscenza e l’amore, sia per gli animali che per le piante.
.
Quando non si conosce qualcosa, non la si riesce ad amare, ed è
come se mancasse una sorta di imprinting naturale che interrompe un percorso
che potrebbe essere invece simbiotico.
.
E’ come se una lunga catena fosse mancante di uno dei suoi anelli,
risultando quindi spezzata, e la conoscenza costituisce proprio uno di questi
anelli.
.
A livello didattico, quindi, oltre che sociale, formativo, e
culturale, il percorso di civiltà che i nostri figli e nipoti devono intraprendere,
prescinde dall’apporto di conoscenze che riusciamo a trasmettere loro.
.
La semplice mappatura ed etichettatura delle piante del Parco è un
piccolissimo tassello che rientra in questo più ampio discorso, ma riveste un
ruolo molto importante, poiché costituirebbe l’inizio di un percorso di
conoscenza.
.
Si potrebbe impostare un percorso guidato attraverso cui condurre i
bambini delle scuole elementari, che potrebbero assorbire i primi rudimenti di
una auspicabile simbiosi con la natura.
.
Attualmente l’osservazione degli alberi del Parco, ci dà la
possibilità di godere della loro intrinseca bellezza, ma relega in un limbo di
anonimato quell’afflato naturale che potrebbe scaturire dalla conoscenza di
ogni singola specie.
.
Sta nella sensibilità di chi presiede al “bene pubblico” far sì che
l’essenza stessa della cultura non rimanga allo stato embrionale, ma che anzi
si sviluppi anche precocemente in ogni direzione.
.
Lungo un percorso programmato, si potrebbero installare nel Parco
anche alcune bacheche “didattiche” per spiegare ai visitatori quali siano le
specie avicole presenti, magari con un corredo di immagini che possano dare
contestualità alla didattica stessa.
.
Si potrebbero informare i visitatori sulle specie fungine presenti
in gran numero nel parco, come ad esempio le cosiddette “gambesecche” (il
Marasmius Oreades), così come i "prataioli" o i numerosi Coprinus disseminatus, e
molte altre specie.
.
La conoscenza è prodromica alla cultura, mentre questa è
direttamente proporzionale alla civiltà.
.
Vogliamo che i nostri figli e nipoti compiano un percorso di
crescita nel quale l’amore e il rispetto per la natura ne siano parte
integrante ?
.
.
Credo che tutti noi sappiamo la risposta, ma l’input non deve
partire solamente dalla famiglia, ma anche essere anche fortemente voluto dalle
istituzioni.
.
Vedremo quindi se questo mio post avrà qualche tipo di evoluzione,
o se sarà invece “lettera morta”.
.
Di certo non ho grandi aspettative, conoscendo i personaggi della
politica e il loro esclusivo interesse per le poltrone, i privilegi, e
null’altro…
.
Bologna è da sempre un feudo del PD quindi (visto i numerosi scandali, gli indagati, e il malaffare) le aspettative si
riducono ulteriormente…
.
Vedremo…
..
Il Blog del Pilastro
.
Nessun commento:
Posta un commento